Case popolari, presto nuove regole ma ne mancano più di mille

Case popolari, presto nuove regole ma ne mancano più di mille
di Federico Fabrizi
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Martedì 4 Febbraio 2020, 16:45
PERUGIA - Presto cambieranno le regole per assegnarle: più punti per chi vive in Umbria da tempo, più potere ai Comuni e fuori chi ha commesso reati, ma il fatto è che le case popolari sono poche. Ne servirebbero subito più di mille e svariati milioni di euro per ristrutturare buona parte degli 8200 appartamenti di proprietà dell’Ater. Lega e Fratelli d’Italia hanno messo giù le rispettive proposte per modificare la legge regionale con cui vengono assegnati gli alloggi di edilizia residenziale sociale. Il derby si giocherà nella terza commissione di Palazzo Cesaroni: presidente Eleonora Pace (Fdi) e Carroccio schierato con quattro commissari su otto.
LA LEGA Ieri i consiglieri regionali leghisti Stefano Pastorelli e Paola Fioroni hanno messo in fila le loro priorità: due punti in più - da sei a quattro - a discrezione dei Comuni e gli “ambiti sociali” come riferimento dei bisogni del territorio; poi la residenza: almeno due anni nel Comune in cui si fa richiesta e cinque in Umbria. Ancora: priorità alle famiglie con disabili e il 10 per cento degli appartamenti riservati a forze dell’ordine e vigili del fuoco, invece un’altra riserva dell’otto per cento alle famiglie giovani con figli e a quelle monoparentali. E poi pagamento con “sconto affitto” per chi abbia intenzione di sistemare l’alloggio in cui vive con interventi di manutenzione anche sostanziosi. Fuori, invece, chi ha riportato una condanna definitiva per reati gravi. «Era uno degli argomenti su cui ci eravamo spesi in campagna elettorale e che portiamo avanti con una proposta seria e concreta», spiega il segretario regionale della Lega Virginio Caparvi.
FRATELLI D’ITALIA Fratelli d’Italia aveva snocciolato le proprie idee nei giorni scorsi: no a chi possiede un’altra casa all’estero, fuori chi commette reati o non paga l’affitto, carta a punti per gli inquilini e premialità proporzionata agli anni di residenza in Umbria; nel caso di maltrattamenti in famiglia il subentro da parte della donna nel contratto di locazione.
IL PROBLEMA Ma al di là di chi arrivi più in alto nelle graduatorie, il problema è il numero degli alloggi. Il patrimonio dell’Ater è composto da 10.400 unità immobiliari, di cui 8.200 alloggi. Di questi, l’ultimo bando ne mette ha messi a disposizione circa 250. Le richieste, però, sono molte di più. Soltanto la somma dei due Comuni più grandi salta quota mille: 800 domande a Perugia e oltre 300 a Terni, sommando pure il resto della Regione è certo che dall’ultimo giro restano fuori oltre mille richieste. «La questione casa investe oggi una fascia sempre più ampia di popolazione - spiega il presidente di Ater Alessandro Almadori - attualmente il vero tema dell’edilizia residenziale pubblica, non solo in Umbria, è una politica che consideri e investa seriamente nella creazione di nuovi alloggi e nella ristrutturazione del patrimonio esistente in un’ottica di rigenerazione e riqualificazione delle città». Ater ha speso negli ultimi 5 anni circa 20 milioni di euro in ristrutturazioni: dai fondi europei alle agevolazioni per il risparmio energetico, cioè dagli impianti elettrici ai cappotti isolanti. Nel corso del 2019 sono stati portati a termine circa 1500 interventi di sistemazione, ma il patrimonio edilizio ha bisogno di qualcuno che ci metta le mani. Gli accordi per piccole manutenzioni, le tinteggiature ad esempio, pagate dagli inquilini e scontate negli affitti funzionano già, siglati con i sindacati di categoria a far da garanti. Ora con la proposta della Lega le intese potrebbero essere ampliate. Però a giudizio di Ater servirebbe un impegno simile a quello degli ultimi anni: altri 20 milioni di euro per ristrutturare quello che c’è. E poi resterà la parte più difficile: oltre mille appartamenti che andrebbero costruiti subito.
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