Sono 19, complessivamente, le persone offese elencate nelle carte del pm: soltanto a uno di questi, un imprenditore, sarebbero stati spillati ben 138 mila euro. Proprio in seguito alla denuncia di quest'ultimosono iniziati gli accertamenti dei carabinieri che hanno portato all'incriminazione del 47enne. Così, tra le aggravanti ipotizzate dalla magistratura inquirente a suo carico, insieme al «danno patrimoniale di rilevante gravità» c'è anche quella di aver «approfittato della minorata difesa» della vittima «in ragione del rapporto fiduciario e del livello di istruzione, tali da indurre a credere alla serietà delle proposte e alla genuinità della documentazione esibita e consegnata».
I fatti contestati sono avvenuti fino al 2016. Dalle indagini è emerso che l'imputato ha consegnato foto dei beni di cui millantava la disponibilità all'imprenditore truffato, rassicurandolo più volte a proposito della bontà delle operazioni, quindi sull'imminente consegna dei beni. Ha perfino «inscenato apparenti contatti telefonici con un fantomatico giudice», mai seguiti da «incontri chiarificatori» puntualmente «rimandati per asseriti gravi problemi di salute del magistrato». Alle altre persone offese – è stato ricostruito – l'imputato si proponeva come intermediario per l'acquisto di auto e attrezzi agricoli a poco costo millantando conoscenze ma anche proiettando sullo schermo del computer le immagini delle auto di cui dichiarava la disponibilità. Nella lista dei beni promessi ci sono Audi Q5 e Q3, Range Rover, Land Rover, Volkswagen Golf e Mini, insieme a moto Honda e più modesti trattorini tosaerba, escavatori e trinciaerba.
© RIPRODUZIONE RISERVATA