Casa venduta all'asta in modo illegittimo
L'odissea di una ternana costretta a vivere in affitto

Casa venduta all'asta in modo illegittimo L'odissea di una ternana costretta a vivere in affitto
di Nicoletta Gigli
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Domenica 13 Settembre 2020, 18:29
TERNI - Franca è costretta a vivere in una casa in affitto insieme alla mamma, che ha ottant’anni. Si è vista vendere all’asta la villa di proprietà, nelle campagne di Stroncone, sulla base di un procedimento discutibile, che per lungo tempo non si è fermato di fronte alla legge.

E ora che il giudice del tribunale di Terni, Tommaso Bellei, con la sentenza depositata il 2 settembre, ha dichiarato la carenza di legittimazione attiva della banca che ha promosso l’espropriazione, ha pochi strumenti per riavere indietro quello che ha visto sparire.
La vicenda risale agli anni 2012-2013. La banca promuove contro Franca una procedura di espropriazione immobiliare sulla base di un contratto di mutuo fondiario rilasciato in forma esecutiva a favore di un istituto di credito, che, nell’atto di precetto,  sostiene di aver rinegoziato con lei il mutuo. La cessione del titolo da una banca all’altra e la rinegoziazione del mutuo non sono stati mai prodotti nel fascicolo dell’esecuzione né sono stati mai nella disponibilità della parte debitrice.
“La vicenda a noi non ha mai convinto - dice Marco Tudisco, legale della donna -  in quanto si tratta di procedimenti rigorosissimi che impongono trasparenza. Il consumatore insomma deve sapere a chi rendere conto”. L’esecuzione è andata avanti e purtroppo niente l’ha bloccata. E’ il giudice, Bellei ad accorgersi che c’è un difetto sulla produzione dei documenti legati ai crediti. E a valorizzare il principio per cui i rapporti tra banca e cliente devono essere trasparenti proprio per evitare che le esecuzioni vengano intraprese in modo incauto. “Nel frattempo la mia cliente, dopo alcuni tentativi di vendita andati a vuoto, è stata costretta a trasferirsi in una casa in affitto insieme all’anziana madre - dice Tudisco. Da qui la mia opposizione, che si è conclusa con esito favorevole, in quanto il tribunale ha dichiarato la carenza di legittimazione attiva della banca che aveva a sua volta acquistato il credito da un altro istituto di credito. Questa sentenza ha effetto caducatorio e travolge tutti  gli atti della procedura esecutiva promossa sulla base del contratto di mutuo fondiario non regolarmente ceduto”.
La procedura di espropriazione immobiliare però si è conclusa un anno prima della sentenza: “La mia assistita è stata privata della casa di abitazione costituita da un elegante villino, vicino Stroncone, stimato in perizia per oltre 642mila euro e aggiudicato, dopo vari ribassi, il 7 marzo 2018 a 225mila euro. Al danno, anche la beffa in quanto la mia assistita è imputata per la mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice per aver asportato alcuni elementi, un vecchio camino e le porte, della sua ex casa. Asportazione che, per effetto della sentenza, era pienamente legittima”.  Marco Tudisco, che sottolinea che “la sentenza purtroppo è arrivata tardi” ha avviato una causa milionaria nei confronti della banca.
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