Sarà la la prima casa in paglia del ternano ed è una delle novità che più emerge dal e dopo il festival dei giovani architetti ternani.
«L'idea ce l'ha proposta Dino – spiega Pierfrancesco Duranti, di Dda Architetti, studio di giovani progettisti ternani di via Montegrappa - invitandoci ad informarci su questa tecnica edilizia a noi sconosciuta, per poi progettare un'abitazione da realizzare nella campagna del paese a trenta chilometri da Terni».
E così, concretizzato il progetto a studio, è bastato un mese di lavori che adesso, nel cantiere della casa in paglia, si sta già ultimando l'intonaco in terra paglia, impastato a mano. Non sorprende una simile rapidità durante il «montaggio» della casa, perché dopo le fondazioni gettate in cemento - come per qualsiasi altro tipo di costruzione – in tre giorni è stato possibile assemblare e fissare la struttura in legno dentro cui inserire le balle. Dal tetto alle pareti, infatti, sono state utilizzate a posto dei consueti mattoni in laterizio, balle di paglia direttamente trasportate dal campo vicino al terreno su cui sorge la casa, a solo due chilometri di distanza.
Grazie all'aiuto fornito da Panta Rei, un'associazione che progetta simili costruzioni già da tempo - visto il know how, il saper fare acquisito in anni di sperimentazioni – è servita qualche giornata di lavoro intenso per riempire l'intera costruzione.
«Tutto ad impatto zero», spiegano i due giovani architetti di Dda, Simone Lorenzoni e Giuseppe Andreoli; considerando l'auto costruzione, l'economicità, la riciclabilità e la naturalezza del materiale impiegato nella fabbricato.
«Abbiamo aspettato e ci siamo adeguati per la prima volta ai tempi dell'agricoltura e non del cliente – puntualizza di nuovo Pierfrancesco – ed è stata una scelta che ci ha ripagato, dato che ora possiamo parlare di biodiversità applicata ad una scienza e un'arte come l'architettura». E proprio verso un arricchimento culturale del territorio, che l'Umbria avrà un altro prodotto tipico: la casa fatta con la paglia dei campi locali. Così come un ritorno al costruire e progettare semplice, che il cantiere viene aperto a visitatori, curiosi, studiosi ed interessati.
«Per dimostrare che si può costruire una casa, in classe A+, spendendo meno della metà di quanto ci vorrebbe per una in cemento, senza complicarsi la vita e in una logica di vivibilità sostenibile e semplice» sostengono questi quattro giovani architetti ternani, mentre fanno pausa pranzo come gli altri operai, seduti sul campo di paglia che il contadino ha falciato qualche settimana fa.