Avigliano umbro, una casa in paglia
la prima dimora a chilometro zero

La facciata della casa in paglia, costruita ad Avigliano Umbro
di Elena Frasconi
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Martedì 24 Settembre 2013, 16:37 - Ultimo aggiornamento: 18:19
AVIGLIANO UMBRO Trecentocinquanta balle di paglia, una struttura modulare in legno massello, un committente d'eccezione ed illuminato come l'ex calciatore ed ora tecnico del Pisa Dino Pagliari, più una squadra di lavoro, fra progettisti e manovali, che si auto gestisce.

Sarà la la prima casa in paglia del ternano ed è una delle novità che più emerge dal e dopo il festival dei giovani architetti ternani.

«L'idea ce l'ha proposta Dino – spiega Pierfrancesco Duranti, di Dda Architetti, studio di giovani progettisti ternani di via Montegrappa - invitandoci ad informarci su questa tecnica edilizia a noi sconosciuta, per poi progettare un'abitazione da realizzare nella campagna del paese a trenta chilometri da Terni».

E così, concretizzato il progetto a studio, è bastato un mese di lavori che adesso, nel cantiere della casa in paglia, si sta già ultimando l'intonaco in terra paglia, impastato a mano. Non sorprende una simile rapidità durante il «montaggio» della casa, perché dopo le fondazioni gettate in cemento - come per qualsiasi altro tipo di costruzione – in tre giorni è stato possibile assemblare e fissare la struttura in legno dentro cui inserire le balle. Dal tetto alle pareti, infatti, sono state utilizzate a posto dei consueti mattoni in laterizio, balle di paglia direttamente trasportate dal campo vicino al terreno su cui sorge la casa, a solo due chilometri di distanza.

Grazie all'aiuto fornito da Panta Rei, un'associazione che progetta simili costruzioni già da tempo - visto il know how, il saper fare acquisito in anni di sperimentazioni – è servita qualche giornata di lavoro intenso per riempire l'intera costruzione.

«Tutto ad impatto zero», spiegano i due giovani architetti di Dda, Simone Lorenzoni e Giuseppe Andreoli; considerando l'auto costruzione, l'economicità, la riciclabilità e la naturalezza del materiale impiegato nella fabbricato.

«Abbiamo aspettato e ci siamo adeguati per la prima volta ai tempi dell'agricoltura e non del cliente – puntualizza di nuovo Pierfrancesco – ed è stata una scelta che ci ha ripagato, dato che ora possiamo parlare di biodiversità applicata ad una scienza e un'arte come l'architettura». E proprio verso un arricchimento culturale del territorio, che l'Umbria avrà un altro prodotto tipico: la casa fatta con la paglia dei campi locali. Così come un ritorno al costruire e progettare semplice, che il cantiere viene aperto a visitatori, curiosi, studiosi ed interessati.

«Per dimostrare che si può costruire una casa, in classe A+, spendendo meno della metà di quanto ci vorrebbe per una in cemento, senza complicarsi la vita e in una logica di vivibilità sostenibile e semplice» sostengono questi quattro giovani architetti ternani, mentre fanno pausa pranzo come gli altri operai, seduti sul campo di paglia che il contadino ha falciato qualche settimana fa.