Caro energia: in un mese chiuse a Terni 11 attività commerciali

Caro energia: in un mese chiuse a Terni 11 attività commerciali
di Monica Di Lecce
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Sabato 17 Settembre 2022, 15:16

Con la fine dell’estate diverse attività commerciali cittadine tirano giù la serranda per sempre. Alcune, dopo le ferie, non hanno riaperto più come la pescheria “Da Silvano” di via Roma. Ma questo non è un caso isolato. Nell’ultimo mese sono undici gli esercizi che hanno deciso di smettere. I rincari dell’energia di certo non hanno aiutato rispetto a un quadro economico già messo a dura prova dai due anni della pandemia.

Presso il Suape, lo sportello unico per le attività produttive e l'edilizia del Comune di Terni, su quattordici comunicazioni relative al settore del commercio, undici riguardano cessazioni/ sospensioni dell’attività.

Per lo più si tratta di esercizi di vicinato di cui cinque alimentari, quattro non alimentari, una struttura ricettiva e un’attività di somministrazione.

La crisi morde il centro come la periferia, le attività storiche come quelle di più recente costituzione. Tra le prime si annovera “Argenti – belle arti” di cui Il Messaggero si è occupato nei mesi scorsi. Gli alimentari o comunque attività legate a questo settore che hanno deciso di chiudere si trovano in via don Bosco, Gabelletta, qui ce ne sono due, via Battisti, via Mentana. Sebbene la comunicazione allo sportello del Comune porti la data di questi giorni, per diverse delle attività presenti nel Suape le serrande sono chiuse già da settimane. La situazione generale non è destinata a migliorare.

Significativo in tal senso lo studio di Confartigianato «che

esprime forte preoccupazione perché manca ancora una consapevolezza diffusa della portata delle conseguenze che il caro-energia sta determinando nell’economia italiana e nel nostro territorio in particolare». Stando alle stime dell’associazione di categoria, nella provincia di Terni sono a rischio 3.078 medie e piccole imprese (19,4% del totale) e 11.057 addetti (21,8% del totale).

Viste le attuali dinamiche dei prezzi, insostenibili per le imprese, la Confartigianato prevede che sin dall’inizio dell’autunno diverse aziende saranno costrette a ricorrere alla cassa integrazione. «Sarà un autunno difficile dal punto di vista sociale – avverte il presidente, Mauro Franceschini - con imprese, da un lato, non più in grado di garantire lo stesso livello di produzione e di occupazione e con famiglie, dall’altro, che vedranno contrarsi i redditi e aumentare enormemente i prezzi al consumo.

Il governo e gli enti locali devono porre in essere interventi immediati sui meccanismi di propagazione dell’inflazione e per sostenere le piccole medie imprese». Tra le categorie più provate ci sono i panificatori.

«Sono stretti nella morsa dei rincari dell’energia e dei rincari delle materie prime – dice il presidente Lucio Belli -  da gennaio a oggi si sono verificati rincari continui delle materie prime che hanno percorso l’intera catena della produzione dei prodotti da forno (farine +70%, strutto +163%, lievito di birra +85%, mozzarella +40%). I panificatori sanno perfettamente che non è possibile ribaltare integralmente questi rincari sul prezzo di vendita dei beni essenziali per le famiglie e quindi sono a rischio gli equilibri economici delle imprese del settore». In questo scenario dalle tinte fosche dove per il futuro non si prevede nulla di buono, c’è anche chi azzarda e decide di investire. Tra le quattordici comunicazioni al Suape c’è anche chi rileva un’attività o ne apre una nuova. Presso lo sportello comunale, infatti, è pervenuta una richiesta di subingresso in un'attività di somministrazione bevande in via Castello e una di apertura di un’officina in via Vanzetti.

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