La morte di Carlotta a Mykonos: scatta inchiesta, il giallo dell'alcoltest

Carlotta Martellini
di Egle Priolo
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Martedì 28 Luglio 2020, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 09:40



PERUGIA Corciano e Perugia aspettano il rientro di Carlotta per porgerle l'ultimo saluto. Sono ore complicate, con la burocrazia che chiede di essere affrontata anche prima del dolore: necessaria ma fredda, quando adesso per la famiglia Martellini sarebbe solo il momento di un caldo e silenzioso abbraccio. Silenzio che i genitori e la sorella maggiore hanno scelto per sopravvivere a questo straziante addio. Così come si sono strette nel silenzio le famiglie delle sette ragazze sopravvissute al terribile incidente delle due jeep precipitate sugli scogli in Grecia. Carlotta è stata sbalzata fuori dall'auto scoperta ed è finita contro la costa rocciosa di una strada provinciale di Mykonos all'alba di venerdì, mentre le sue amiche sono tutte rimaste ferite. Chi alla gamba, chi alla testa, chi al polso. Ma per fortuna nessuna in modo grave, come accertato prima nel centro sanitario sull'isola e poi al pronto soccorso di Perugia, dove sono state visitate al loro immediato rientro in città, reso possibile anche dall'importante impegno della Farnesina e del ministro Di Maio in prima persona. Le ferite peggiori però sono quelle all'anima, che nessun ospedale potrà curare. E certamente non così presto. Le sette ragazze, appena diplomate al liceo classico Annibale Mariotti, dopo questo viaggio da sogno tanto atteso erano infatti pronte ad affrontare la seconda parte della loro vita. L'università, gli studi, le passioni, gli affetti. Tutti “appuntamenti” a cui arriveranno con un fardello pesantissimo e per cui avranno sicuramente bisogno di un supporto per ripartire. Anche loro freezate all'alba di quattro giorni fa: prima la gioia, il divertimento, poi quell'ultimo viaggio dal Tropicana alla casa di Mykonos dove chiudere i bagagli per la partenza in serata. In mezzo, quella maledetta curva, con le auto che una dopo l'altra perdono il controllo e finiscono sugli scogli: quella dove viaggiava Carlotta letteralmente appesa a strapiombo sul mare. E poi i pianti, le urla, il non poterci credere. La lucidità di quanto accaduto arrivata come uno schiaffo ghiacciato in pieno viso: la loro amica, la più piccola, è lì nel buio e non si muove più. Morta sul colpo, dirà la polizia greca nel suo primo resoconto per le autorità. Da lì le indagini si sono mosse in tutte le direzioni: accertamenti sulle jeep e sulle caratteristiche di quel contratto di noleggio, quando è prassi non affittare auto a minori di 21 anni in Grecia. A meno di un sovrapprezzo ma comunque con una patente valida da almeno 12 mesi. Verifiche anche sull'ultimo video postato da Carlotta e passato di cellulare in cellulare tra tutti i suoi amici, nonostante fosse inizialmente riservato solo a una cerchia più ristretta. Fonti diplomatiche in Grecia poi confermano che le ragazze siano state sottoposte anche ad alcol test, come da prassi nei casi di incidenti, con i risultati agli atti delle indagini. Anche qui burocrazia e attività investigative che ovviamente appesantiscono il doloroso fardello delle giovani, che a Mykonos si stanno facendo assistere da un legale, necessario fosse anche solo per questioni assicurative, vista la distanza e i chiari problemi di lingua. Sotto choc, turbate, con difficoltà a far venir fuori i ricordi precisi dalle immagini sfocate da quell'unico zoom in testa del corpo di Carlotta, avranno certamente bisogno di un aiuto psicologico per superare tutto questo. Con la città stretta intorno a loro. Ma senza dimenticare i Martellini. O il fidanzato di Carlotta. Tutti bloccati a quell'ultimo saluto. A quegli occhi blu e a quel sorriso perfetto che scaldava il cuore.

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