Guerra delle campane, il Comune
chiama la Diocesi

La chiesa di Olmo con il campanile finito nel mirino per il suono delle campane
di Luca Benedetti
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Martedì 17 Settembre 2013, 23:02 - Ultimo aggiornamento: 23:03
PERUGIA - La guerra infinita per le campane rumorose di Olmo apre un fronte dei rapporti tra Comune e Diocesi. E proprio prendendo spunto dal caso del campanile colto in fallo dalle rilevazioni dell’Arpa, l’assessore all’Ambiente, Lorena Pesaresi, ha deciso di aprire un concordato con la Chiesa per i decibel campanari.

«I dati che ci ha inviato l’Arpa dopo le misurazioni a Olmo - dice l’assessore Lorena Pesaresi confermando alcune anticipazioni pubblicate nelle scorse settimane - hanno confermato, in alcuni momenti della giornata, il superamento dei limiti del rumore imposti dalla legge. Non sappiamo se il caso di Olmo sia estendibile anche ad altre parrocchie. Per questo motivo ho intenzione di chiedere un incontro alla Diocesi, per trovare una soluzione. Premesso che anche dove abito io ci sono delle campane che suonano e non mi danno assolutamente fastidio, credo che il tema del disturbo di chi vive vicino a certi impianti non vada sottovalutato. Certo non è il problema dei problemi per quanto riguarda l’inquinamento acustico, però è necessaria un’azione di prevenzione».

Prima che, per esempio, per il caso Olmo, il Comune, viste le carte dell’Arpa che sono arrivate a palazzo dei Priori, si veda costretto a emettere un’ordinanza per ridurre numero di scampanii e decibel. Palazzo dei Priori non ha certo l’idea di far controllare il livello del suono di tutti i campanili che la Diocesi di Perugia e Città delle Pieve ha nelle varie chiese perugine, ma il confronto con la Diocesi metterà in campo qualche idea per prevenire situazioni come quella finita a colpi di carte bollate.

IL CASO

Le campane della chiesa di Santa Maria della Speranza, a Olmo, suonano, comunque, da qualche settimana con il bavaglio. Lo ha deciso il parroco, don Fabio Quaresima, che ha tagliato gli scampanii domenicali. Quelli che hanno mandato su tutte le furie un gruppo di residenti che hanno innescato la battaglia.

Mesi di tensione tra il sacerdote e una residente che è arrivata anche alle carte bollate. Con tanto di esposto in Comune. A guidare gli anti campane una residente che è arrivata a contare il disturbo a colpi di decibel che rimbalza, dallo scorso anno, dalla chiesa alle case vicine.

Ventisette tra scampanate e ore battute durante un normale giorno della settimana e, addirittura, trentasei la domenica. Un picco di decibel ritenuto a esagerato. Anche perché, finché l’Arpa non è entrata in azione e don Fabio Quaresima, il parroco, ha ritarato i rintocchi, c’era chi si rovinava anche il dì di festa. «Ora va meglio- dicono gli anti campane- vedremo se basta». Segnale inequivocabile che la tregua regge sul filo. Del rintocco, ma sempre filo è. Già il fatto di ammettere che la sordina è stata messa, significa che un passo avanti è stato fatto. Cioè che a Olmo, intorno a quelle campane, si respira meno tensione. Ora si muove il Comune. Che prima di arrivare alla suprema decisione con l’ordinanza, ha scelto la via dell’interposizione. Un po’ come im caschi blu dell’Onu. Un tavolo con la Diocesi per trovare una soluzione condivisa sul caso Olmo.
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