Petrit Jashari, il giovane camionista morto sognava il calcio: il suo idolo era Gigi Buffon

Il luogo dell'incidente all'altezza di Cagli
di Simonetta Marfoglia
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Lunedì 23 Gennaio 2023, 08:48

È il ghiaccio-trappola la causa dell’incidente in cui ha perso la vita un giovane camionista di 22 anni. La vittima è Petrit Jashari, di origini albanesi, ma da sempre residente con la famiglia a Magione.
Stava rientrando in Umbria quando è accaduto il tragico fuori strada, ieri mattina, poco prima delle 7.30. E’ successo lungo la statale Flaminia, al chilometro 230 fra Cagli e Cantiano, a pochi chilometri dal confine provinciale e regionale, poco dopo lo svincolo per San Geronzio. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri della stazione di Cagli, intervenuti sul posto per i rilievi, il ragazzo era al volante di un camion frigo con cui aveva da poco consegnato la merce ad un supermercato della zona quando con il mezzo ha sbandato all’altezza di un viadotto, finendo con la motrice contro un guardrail laterale della sede stradale. A far perdere il controllo al 22enne il fondo stradale reso scivoloso dalla patina di ghiaccio che si era formata durante la notte con il brusco abbassamento delle temperature. Un impatto violento, che non gli ha lasciato scampo. Lo schianto ha avuto per lo sfortunato autista un effetto catapulta: il giovane è stato sbalzato fuori dall’abitacolo del camion ed è precipitato dal viadotto per una ventina di metri, volando nel dirupo e finendo nel greto del fiume sottostante, il Burano, dove è morto sul colpo. Sono stati altri automobilisti in transito a dare l’allarme e ad avvisare i soccorsi. Sul posto si sono portati i vigili del fuoco di Cagli, i carabinieri e i sanitari del 118. Allertata anche l’eliambulanza da Ancona ma per il ragazzo non c’era più nulla da fare se non recuperare il corpo. Un’operazione impegnativa per il dislivello tra sede stradale e alveo del fiume. Per raggiungere la salma è stato necessario l’impiego da parte dei vigili del fuoco delle tecniche Saf (Speleo Alpine Fluviali) e la collaborazione del Soccorso alpino e speleologico.
Petrit Jashari lavorava nella ditta del padre che ha una impresa di trasporti con sede a Magione, specializzata nelle consegne ai supermercati. Oltre ai genitori, lascia una sorella e il fratello gemello, anche loro impegnati con l’azienda di famiglia. Sul lavoro il suo ruolo era duttile: stava in ufficio ma all’occorrenza effettuava consegne, come ieri mattina. La grande passione di Petrit Jashari era però il calcio e vantava un passato giocatore in più squadre, dal Gubbio all’Arezzo fino al Siena dove aveva militato nel settore giovanile e dove il suo nome era tuttora conosciuto. Il suo ruolo era quello del portiere. «Avevo 12 anni - si legge in suo post sulle sue pagine social ispirato a una citazione di Buffon - quando ho voltato le spalle a una porta. Continuerò finchè gambe, testa e cuore reggeranno». O ancora: «Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei sogni». Quei sogni che per Petrit si sono infranti in una domenica livida di gennaio in fondo a un viadotto.

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