Perugia, l'incredibile storia di Konate: «In due anni dalla guerra civile al sogno serie A»

Perugia, l'incredibile storia di Konate: «In due anni dalla guerra civile al sogno serie A»
di Antonello Ferroni
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Lunedì 20 Aprile 2020, 15:34
PERUGIA - Un’altra storia incredibile e toccante, l’ennesima nell’Italia dei flussi migratori. Riguarda un giovane grifone, nuova scoperta di origini africane di questi anni sulla scia dei vari Drole, Zebli e Kouan: il ventunenne guineano Amara Konate che ha debuttato in B. «Appena tre anni fa sono fuggito dagli scontri etnici in Guinea - è il racconto in ottimo italiano via Skype dalla sua casa di Perugia - sono arrivato con il barcone dalla Libia sbarcando a Catania, poi mi hanno portato in un centro profughi a Cassino. Il mio pensiero va spesso a quelli che erano sul barcone e non sono stati fortunati come me, è stato un viaggio bruttissimo, terribile. Dio mi ha aiutato e lo ringrazio ogni giorno. Ho pregato tanto per questo, è stato un miracolo».

Ma anche quanto segue ha del prodigioso: «Non avevo mai giocato a calcio. In Guinea giocavo per strada ma non ho mai pensato di fare il calciatore. Eppure, il mio attuale agente, che si chiama Antonio Altrui e mi ha vestito e nutrito, lo ringrazierò sempre, mi ha notato durante una partita a Cassino con i compagni del Centro ed è venuto da me. Ho detto: proviamo. Mi sono allenato nel Cassino col permesso dell’allenatore, poi il provino nel Perugia. Ha funzionato. Pensare sognavo di fare il commerciante in Italia per aiutare la mia famiglia. Il Perugia mi ha cambiato la vita, Goretti e Pizzimenti mi hanno dato fiducia e aiutato. Mi dicono: se ti impegni puoi diventare un giocatore. Li ringrazierò sempre». Insomma, ha iniziato a 19 anni e a 21 si ritrova in B per le sue straordinarie doti potenziali, fisiche e tecniche.

«Per 6-7 mesi mi sono allenato in Primavera in attesa di regolarizzare la posizione. Sono andato in ritiro con la prima squadra di Nesta, ho giocato il Viareggio con la Primavera di Mancini (con 2 gol, ndr), sono andato in prestito in Lega Pro per misurarmi con i grandi. A Rieti è andata bene da mezzala, sono tornato. Conosco la mia forza, Cosmi mi vuole play davanti alla difesa e mi piace, non posso che ringraziarlo per la fiducia, non è scontato per un giovane. A Napoli mi ha fatto debuttare in Coppa, poi in B da titolare, non me l’aspettavo. Ogni allenamento mi dice: puoi migliorare, non avere paura di giocare la palla, gioca semplice, se ti alleni bene giochi. E tutti lo accettano».

In Primavera ha segnato su punizione 2 gol in 6 partite, a conferma di un potenziale da scoprire. «Ricordo l’emozione del debutto al Curi – prosegue - tutta la gente sugli spalti. E mi fa strano che mi chiedano l’autografo per strada. Ora sono sempre al telefono con la mia famiglia in Guinea, si preoccupano per il virus ma ormai è arrivato anche lì. Sono poveri, in Africa non è facile, non faccio che raccomandarmi di seguire le precauzioni, il distanziamento, lavarsi le mani. Passo le giornate ad allenarmi o a guardare video di Pirlo, De Rossi, Pjanic e Casemiro, i play più forti, in attesa di tornare a farmi vedere e di lottare per i play-off…».
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