Attacco di 51 società a Repace e lui ribatte:
«Decisioni in favore dei ragazzi»

Il presidente Repace
di Walter Rondoni
3 Minuti di Lettura
Domenica 9 Agosto 2020, 09:25 - Ultimo aggiornamento: 13:04

PERUGIA Risponde punto per punto alle accuse di non ascoltare sul dopo emergenza. Luigi Repace, chiamato in causa da 51 società del settore giovanile, guarda negli occhi lo Junior Santa Sabina, che considera il suo interlocutore in quanto capofila della protesta. 
Lo fa in una lunga lettera, partendo dal riaffermare che «nello spirito di condivisione e confronto da sempre dimostrato (dal Cru - ndr), è abitudine dialogare in modo rispettoso e diretto con le parti interessate». Stavolta, però, sembra essere andata diversamente. Anche se il dottore ricorda che «l’analisi e la relativa valutazione della Vostra iniziale proposta dell’11 aprile u.s. è stata accuratamente effettuata dal consiglio direttivo del Comitato Regionale Umbria, in totale accordo con il Coordinatore Regionale SGS, professor Giacomo Parbuoni, e che le conseguenti riflessioni erano già state esposte nel corso della riunione tenuta in videoconference con la massima parte (e non alcune, come da Voi citato) delle società SGS del C.R. Umbria, in data 24 aprile». Nell’occasione, «il sottoscritto aveva ampiamente esposto le proprie perplessità circa l’istanza avanzata, adducendo altresì le motivazioni di tale scetticismo». In particolare, «si riteneva, così come si ritiene tutt’ora, che la formula adottata, come ormai di consueto, dalla stagione sportiva 2009/2010 fino a quella 2019/2020, debba essere riconfermata anche nella stagione sportiva 2020/2021». 
Repace, infatti, è convinto che «tale formula risulta la più opportuna sia in termini agonistici, in quanto permette di riscontrare un livello quantitativo omogeneo per ogni campionato, che in termini morali e deontologici, in quanto capace di stimolare i principi della competitività leale e sana». Principi rispettosi, per il numero uno della nostra Federcalcio, della “Carta dei diritti dei bambini e dei doveri degli adulti”, laddove è prevista l’imprescindibilità di misurarsi con giovani che abbiano le stesse modalità di successo. «Parimenti, nel corso della successiva riunione in videoconference con le società SGS tenuta in data 24 giugno 2020 (che ha registrato nuovamente la partecipazione della maggior parte delle stesse) il sottoscritto aveva ribadito la propria convinzione della non opportunità di una riforma dei campionati, manifestando in ogni caso la propria disponibilità ad analizzare la situazione congiuntamente con le società non appena la crisi sanitaria Covid 19 lo avesse permesso». Con la sede di Prepo ancora chiusa al pubblico, stante la «contingenza sanitaria che non permette nemmeno di ufficializzare le date d’inizio di tutti i campionati regionali e provinciali», «appare evidente che la condotta del Comitato non può essere ritenuta irrispettosa nei confronti delle proprie società». Inoltre, «delle 51 società firmatarie del documento molte sono state sentite per le vie brevi e queste ultime, dopo aver avuto un confronto costruttivo e ragionevole sulla questione, hanno concordato sull’opportunità di mantenere il format dei campionati giovanili così come ad oggi regolamentati», precisa Repace. 
Il quale sul “mercato dei ragazzi”, sulla “guerriglia tra società limitrofe che anche quest’anno si scatena sempre con le stesse vittime…i ragazzi” assicura: «Il Comitato Regionale Umbria denuncerà sempre tali atteggiamenti, non ritenendoli opportuni soprattutto a livello giovanile». E rimanda la palla in campo avverso: «Nel caso in cui la Vostra società fosse a conoscenza di meccanismi di tale genere, si invita a voler formalizzare una denuncia scritta alla Procura Federale della Figc, la quale si adopererà in ogni modo per arginare e debellare atteggiamenti non consoni». Quanto alla formula dei campionati, che lo Junior Santa Sabina e le altre vorrebbero in due fasi, il presidente ribatte: «A prescindere dal numero delle gare, quando si parla di giornate utili al recupero di eventuali gare, forse ci si dimentica dell’attuale contingenza che non permette l’individuazione di una data d’inizio dei campionati, né tanto meno la definizione di un calendario gare». Oggi l’obiettivo primario è «la salute dei nostri giovani», avverte. «Non si tratta di autoritarismo ma di senso di responsabilità che non preclude la possibilità di modificare, se necessario, quanto già deliberato». 
© RIPRODUZIONE RISERVATA