Calcio dilettanti, 51 società contestano
il presidente del Cru della Figc, Repace

Luigi Repace
di Lorenzo Pulcioni
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Sabato 8 Agosto 2020, 08:34 - Ultimo aggiornamento: 9 Agosto, 09:31

PERUGIA «Nessuna risposta, nessun rispetto». Tuonano così 51 presidenti delle società di calcio umbre iscritte ai campionati giovanili contro il presidente del CRU della Figc, Luigi Repace. Accusato di non aver preso in considerazione le proposte di riforma dei campionati. «Nuova organizzazione in due fasi, autunnale e primaverile, senza più retrocessioni e soprattutto eliminazione dello squallido mercato estivo dei giovani calciatori» chiedevano lo scorso 11 aprile Asd Santa Sabina e Asd Junior Santa Sabina, seguite il 18 aprile dal Tavernelle. Istanze raccolte da 51 società (su un totale di 90) lo scorso 10 giugno con un’altra lettera firmata e indirizzata a Repace. L’obiettivo, scrivevano, era «organizzare un incontro per discutere dell’argomento». Ma dopo la rassicurazione verbale in videoconferenza lo scorso 24 giugno, in cui Repace aveva dato disponibilità a convocare i presidenti «a tempo debito», con il comunicato ufficiale del 4 agosto il Comitato Regionale ha lasciato sostanzialmente immutata l’organizzazione dei campionati. Scatenando la reazione delle società. «Chi ha deciso - scrivono nell’ultima lettera di pochi giorni fa - in maniera autoritaria di mantenere l’attuale organizzazione, è certo di aver analizzato il problema in tutta la sua complessità?». Le 51 società sottolineano le difficoltà logistiche di un calendario con 30 gare: «Ipotizzando anche in maniera anche ottimistica la ripresa dei campionati domenica 4 ottobre e saltando solo quattro domeniche in tutta la stagione, la trentesima giornata verrebbe calendarizzata per il giorno 23 maggio. Quale impatto sullo svolgimento dei tornei primaverili determinanti per la sopravvivenza delle società e sulle finali nazionali dilettanti di categoria ed eventuali gare di spareggi, playoff e playout?». La riforma in due fasi avrebbe permesso una gestione più flessibile: «Cosa succederebbe se ci fosse un ulteriore stop alle attività anche per un breve periodo? Si ipotizza forse la calendarizzazione di gare infrasettimanali?». La proposta prevede che ogni campionato Under 17-16-15-14 riparta ogni anno da zero, senza distinzioni A1/A2 ma sviluppandosi in due fasi distinte: autunnale e primaverile, con gironi provinciali nella prima fase e regionali nella seconda, raggruppando squadre classificate nella medesima posizione. «In questo modo si eliminerebbero le tensioni e le pressioni derivate dal meccanismo promozioni-retrocessioni a cui sono sottoposti ragazzi, genitori, società e allenatori» che si pongono come obiettivo non tanto la crescita sportiva dei giovani ma il risultato. Ma soprattutto l’obiettivo è «eliminare la guerriglia tra società limitrofe e lo squallido mercato estivo di ragazzi che si spostano, lasciando magari ambienti e amicizie consolidati, solo per l’ambizione proprie o dei propri genitori di partecipare a campionati di categoria superiore. Il diritto dei ragazzi e delle famiglie di spostarsi è sacrosanto ma la motivazione deve essere la ricerca di una migliore qualità e non di una categoria migliore». Di fronte a tutto questo, concludono le 51 società rivolgendosi a Repace, «è legittimo e corretto da parte di un presidente federale disinteressarsi totalmente di una richiesta così ampiamente condivisa?»
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