Bocci: «Non frequento i salotti».
Concorsopoli, prorogate le indagini

Gianpiero Bocci con i legali all'uscita dal Tribunale (foto archivio)
di Enzo Beretta
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Sabato 3 Agosto 2019, 11:18
PERUGIA - «Non frequento salotti, cene e cenette, me ne sto a casa mia… ho pochi rapporti e questo è molto risaputo in città». Spiegava anche questo l’ex sottosegretario Gianpiero Bocci al giudice Valerio D’Andria nel corso dell’interrogatorio svolto all’incirca un mese e mezzo prima di tornare in libertà. In premessa l’ex segretario del Pd umbro indagato nell’ambito dell’inchiesta Concorsopoli spiega che la strategia di sottoporsi alle domande era stata sconsigliata dai suoi avvocati David Brunelli e Alessandro Diddi: «Nella vita in qualsiasi circostanza a ogni interlocutore si risponde e non si sta in silenzio al di là delle norme e delle procedure». Durante l’interrogatorio di garanzia Bocci si era avvalso della facoltà di non rispondere. All’esito del secondo confronto il gip ha confermato gli arresti domiciliari per il politico invalidando la misura solo dopo la richiesta di giudizio cautelare immediato. Bocci è l’unico indagato che ha deciso di difendersi pubblicamente. Per lui il processo inizierà il 22 ottobre. Richiesta di abbreviato, invece, per l’ex dg dell’ospedale Emilio Duca, consenso a patteggiare due anni per l’ex direttore amministrativo Maurizio Valorosi.

«Non ho mai avuto particolari rapporti con Duca né col direttore sanitario Diamante Pacchiarini, saltuari con Valorosi». Quest’ultimo viene descritto come «un sub dirigente della pubblica amministrazione che non stava mai in prima fila mentre tutti gli altri sgomitavano». «L’ho conosciuto che non è molto tempo a dire la verità - spiega Bocci -. Mi ha dato la sensazione di una persona competente». Il gip affonda: «Dalle intercettazioni risulta che Valorosi faceva campagna elettorale per lei all’interno degli uffici, aveva pure i 'santini’, proprio nel cassetto dell’ufficio, insomma era un suo fan, sicuramente…».

E’ notizia di pochi giorni fa la proroga delle indagini di Concorsopoli per 34 indagati fino a gennaio 2020 ma con ogni probabilità si chiuderanno prima. La richiesta di allungare i tempi era stata formalizzata a fine maggio ossia circa un mese prima dell’accoglimento del giudizio immediato. «Sono in corso le operazioni tecniche dei consulenti sulle apparecchiature cellulari, materiale informatico e supporti digitali in sequestro - scrivono i pm - e le verifiche di riscontro alle circostanze indicate nella misura cautelare anche con raccolta di informazioni dalle persone che possono riferire circostanze utili ai fini delle indagini». Il provvedimento di D’Andria porta la data del 17 luglio.
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