Blitz tra i boschi a Sant'Antanatolia di Narco, in azione i carabinieri forestali: contestazioni pesanti, scatta maxi multa e alcuni rischiano fino a 6 anni di reclusione

Blitz tra i boschi a Sant'Antanatolia di Narco, in azione i carabinieri forestali: contestazioni pesanti, scatta maxi multa e alcuni rischiano fino a 6 anni di reclusione
di Giovanni Camirri
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Giovedì 19 Luglio 2018, 12:15 - Ultimo aggiornamento: 18:20
SANT'ANATOLIA DI NARCO -I militari della Stazione Carabinieri Forestale di Sant’Anatolia di Narco, con il coordinamento del sostituto procuratore Patria Mattei della Procura di Spoleto, hanno effettuato, a partire dall’autunno 2015, una complessa operazione di polizia giudiziaria che ha portato all’accertamento di gravi illeciti relativi ad utilizzazioni boschive effettuate in diverse località del comune di Sant’Anatolia di Narco. In particolare, nelle località I Campetti, Campolungo, e Case S. Pietro, erano stati eseguiti interventi di taglio a raso ed estirpazione di ceppaie per eliminare di fatto boschi in zone sottoposte a vincolo paesaggistico- ambientale e idrogeologico, mentre in località la Casaccia, oltre all’eliminazione del bosco, erano stati effettuati anche interventi edilizi. Tutte le opere risultano realizzate in assenza delle prescritte autorizzazioni, e, cosa ben più grave, hanno causato l’alterazione permanente dello stato dei luoghi. Il taglio raso, che consiste nel tagliare tutti gli alberi presenti in una certa area di bosco, è in generale vietato poiché comporta un forte impatto sul paesaggio e priva tutti gli animali di una vasta area di ogni possibile rifugio o luogo di nidificazione determinando la distruzione del loro habitat. Inoltre, in terreni acclivi può mettere in pericolo la stabilità dei versanti.
IL PARTICOLARE
Alcuni tra i responsabili, in totale cinque, tutti ora sottoposti a procedimento penale, avevano anche avviato l’iter per poter ottenere l’erogazione del 50% del contributo di 153.000 euro derivante dal Piano di Sviluppo Rurale per l’Umbria, ma, grazie all’intervento dei carabinieri forestali, non sono riusciti a portare a termine il piano criminoso. Oltre ai reati ambientali sono stati contestati anche la falsità in atto pubblico e la tentata truffa aggravata per il conseguimento di pubbliche erogazioni disciplinata dagli artt. 640bis e 56 del codice penale, per cui gli indagati rischiano la reclusione fino a 6 anni. Elevate a carico dei responsabili anche numerose sanzioni amministrative per un importo totale di oltre 187.000 euro.
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