Benzina contro Diesel? Il sospetto
è che sia una battaglia USA-Europa

Benzina contro Diesel? Il sospetto è che sia una battaglia USA-Europa
di Ruggero Campi
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Martedì 27 Marzo 2018, 19:23
E’ inutile negarlo, dopo il dieselgate di matrice tedesca chiunque sia in procinto di acquistare un’automobile si pone la fatidica domanda: motore a gasolio o a benzina? Non sono più i favolosi anni del miracolo economico italiano nei quali tutto cresceva (stipendio, reddito d’impresa e Pil in generale) e l’ottimismo regnava. Sognavi e poi compravi sia pure a rate, senza configurarla seduto sul divano di casa, ma dopo non so quanti incontri/scontri con il concessionario. Benzina o gasolio? Neanche a parlarne: solo benzina. La scelta non dipendeva dal desiderio di rispettare l’ambiente ma da ciò che il mercato offriva.

Fino alla scoperta del “taroccamento” delle emissioni nocive da parte dei motori a gasolio, le case automobilistiche hanno investito nello sviluppo di questi motori e raggiunto livelli di efficienza e performance prestazionali incredibili. Auto con accelerazioni brucianti, velocità autolimitata a 250 km/h e consumi ridotti, persino vincenti in gare automobilistiche prestigiose come la 24 ore di Le Mans. Il mercato voleva questo e tutti, sport compreso, si sono adeguati al gioiello sviluppato in Europa.

Chi conosce bene le cause dell’inquinamento, ha avuto modo di spiegare con lucidità che lo sbandierato effetto serra è cosa ben diversa e va tenuto distinto dal primo. L’Ing. Enrico De Vita non nega che l’effetto serra sia causato dall’immissione nell’aria della anidride carbonica, ma ribadisce che i ‘produttori’ di questo gas, oltre alle persone attraverso la respirazione sono i motori e in particolare quelli alimentati a metano. Motori non necessariamente di automobili ma al servizio della produzione agricola, degli allevamenti di bestiame. Il motore diesel di CO2 ne produce pochissima, stimabile nel 30% in meno di un equivalente motore a benzina. Vero è invece che il diesel produce maggiori ossidi di azoto che, viene precisato, da soli non sono pericolosi per l’uomo.

Se è vero tutto ciò, qualcuno si chiede se il funerale che si sta organizzando non sia dei motori diesel quanto piuttosto del DNA europeo, e dunque se la demonizzazione in atto sia figlia non tanto di politiche per difendere l’ambiente ma di una sottile guerra (commerciale) della quale gli USA, tanto per cambiare, sono i protagonisti insieme ai paesi asiatici. La bomba è sganciata e, invece di organizzare un intelligente contrattacco, l’Europa che fa? Abbassa la testa. Emblematico - in tal senso - l’annuncio di FCA sulla progressiva dismissione del comparto dei motori a gasolio. Lasciatemelo dire, “proprio ora che i nostri erano all’altezza di quelli delle case automobilistiche tedesche…”. Il dubbio, pertanto, è legittimo e che sia una scelta diversa da quello che ci vogliono far credere.

Il prezzo da pagare sarà alto e, limitandoci a noi automobilisti, rappresentato dalla caduta vertiginosa del valore della nostra amatissima automobile diesel. Un po’ il contrario di ciò che è avvenuto fino ad ora quando – proponendo in permuta un benzina – i venditori si mettevano a ridere offrendo vili valori. “Non c’è mercato… se non all’estero. Da noi è invendibile”. E così via. Come prepararsi a tutto questo? Non c’è una ricetta perfetta se non quella di seguire attentamente il mercato e, comunque, di non farsi prendere dalla paura correndo a vendere – rectius svendere – anzitempo l’automobile diesel. Tanto lo sappiamo tutti: l’auto non è soggetta a rivalutazioni e alla fine ciò che conta e averla utilizzata o sfruttata che dir si voglia.
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