Terni, bandiera rossa contesa: «Ecco perchè l'abbiamo messa»

Terni, bandiera rossa contesa: «Ecco perchè l'abbiamo messa»
di Lorenzo Pulcioni
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Sabato 2 Maggio 2020, 13:11 - Ultimo aggiornamento: 20:07

«Il Primo Maggio è di tutti i lavoratori, di quelli che stanno a casa e che ci resteranno. E la Bandiera Rossa è un simbolo di speranza, qualsiasi pezzo di stoffa cucito insieme può esserlo, basta volerlo». Non hanno un nome ma accettano di essere chiamati 'Valnerina ribelle'. Hanno sfidato il Coronavirus e portato avanti la tradizione che va avanti dal 1° Maggio 1943, issando un drappo di colore rosso sul ripido sperone di montagna chiamato Penna di Cocchi, a seicento metri d'altezza.

Tra i lecci vicino la Cascata delle Marmore anche quest'anno sventola la bandiera rossa. Non è quella portata ogni anno dal comitato di Collestatte e Torre Orsina. Che ha voluto smarcarsi in «rispetto delle leggi dello stato, e dei sacrifici delle libertà personali che stanno affrontando i cittadini italiani per via della situazione sanitaria». Rimarcando anche che «quella comparsa oggi, che tra l'altro è il due di maggio e non il primo, non è responsabilità del comitato promotore storico».

Gli anomini di 'Valnerina ribelle' la bandiera l'hanno cucita e portata «in solitaria e in sicurezza» nel tardo pomeriggio per non essere visti. Sottolineano che non è la bandiera del comitato storico, ma precisano che è stata issata il Primo Maggio e non il due. E rivendicano il gesto perchè «l'intenzione era quella di portare avanti una tradizione che in Valnerina è da sempre simbolo di Resistenza e sfida al regime fascista, quando coltivare la speranza era veramente difficile».

 

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