Bandecchi sindaco è incompatibile con la presidenza della Ternana: "Vendo la società"

La decisione: "Abbiamo trovato documenti fatti tra sabato e domenica, ecco cosa mi ha fatto la destra. Iscrivo le Fere al campionato. A chi vendo? Vediamo. Ogni giorno ci chiamano".

Bandecchi sindaco è incompatibile con la presidenza della Ternana: "Vendo la società"
di Paolo Grassi
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Giovedì 1 Giugno 2023, 08:06

Ci risiamo. Sembra di essere tornati a gennaio, anche se quelli disposti a trattare allora, adesso non ci sono più. La Ternana, però, ora è di nuovo in vendita. Stavolta, però, il motivo è istituzionale. Contrariamente a quanto si diceva prima delle elezioni, ora a Stefano Bandecchi viene detto dagli uffici di palazzo Spada che c'è incompatibilità tra la carica di sindaco e la presidenza del club. E lui decide di vendere la società, anche se precisa che fino alla cessione continuerà a lavorare anche per la Ternana, iscrivendola al campionato e gettando basi solide per la prossima stagione. Di questo colpo di scena del quale prima non si parlava, se la prende con la giunta di centrodestra che lo ha preceduto.
Sindaco Bandecchi, ma non si era detto che la sua elezione non avrebbe generato incompatibilità con la Ternana?
«Per me, non c'erano problemi. Ma evidentemente, la giunta uscente ha lasciato una serie di situazioni e documenti, in cui il segretario comunale ha detto in modo molto chiaro che, a suo avviso, la legge è restrittiva e se io prendo lo stadio Liberati in utilizzo, mi scatta una serie di conflitti di interesse. Ma lo sa, che io dovrei persino arrivare a mollare pure l'università Niccolò Cusano? Mi hanno detto che non basta che io mi dimetta da presidente della Ternana, in quanto resterei comunque presidente dell'università e non basta dimettermi dalla presidenza dell'università in quanto ente di mia proprietà. A questo punto, ho messo in vendita la Ternana. Io non mi dimetto da sindaco. Tra le due cose, scelgo di guidare l'amministrazione di questa città. Del calcio, sapete cosa penso. E allora, io faccio il sindaco e punto sempre sull'Umbria. L'università? Non la cedo. La Ternana andrà in vendita e avrò risolto il problema... alla destra ternana».
Ma, in poche parole, vorrebbe dire pure che il sindaco non potrebbe avere aziende di proprietà?
«Ah, guardi, lo chieda alla destra di governo, alla destra che ci ha appena lasciato in mano il Comune. Qui, c'è una serie di documenti ai quali si è lavorato intensamente sabato e domenica e che abbiamo dovuto firmare. Per me, è assurdo che uno che paga uno stadio e spende 1,3 milioni l'anno per tenerlo, abbia incompatibilità con il Comune. Perché non mi sembra che il Comune ci abbia dato soldi. La Ternana andrà ad altri. Io, a Terni, faccio il sindaco».
Lei, però, in questi giorni aveva portato l'esempio di Silvio Berlusconi, che continuò ad avere il Milan anche da capo del Governo, vero?
«Alla mia domanda su questo aspetto, mi hanno risposto che Berlusconi faceva il premier, non il sindaco di Milano».
Ad oggi, c'è qualcuno con il quale si può avviare una trattativa di cessione della Ternana?
«Riceviamo chiamate ogni giorno, da chi sarebbe pronto a prendere la Ternana. Sarà messa in vendita a soggetti di livello, che potranno investirci».
Che tempi prevede, per la cessione?
«Questo, lo vedremo, Intanto, sto iscrivendo la Ternana al campionato. Finché non venderò, andrò avanti e penserò anche alla Ternana, anche perché ci sono stipendi da pagare. Stiamo già programmando la prossima stagione. La Ternana farà la serie B e farà un campionato fatto bene. Poi, se non trovo nessuno che se la prende, sa che le dico? La rimetterò nelle mani... del sindaco!».
E giù una risata delle sue.

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