Bandecchi conferma: «La Ternana è in vendita». Ma la candidatura a sindaco va avanti. Il nodo del Palasport

Bandecchi conferma: «La Ternana è in vendita». Ma la candidatura a sindaco va avanti. Il nodo del Palasport
di Lor. Pul.
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Sabato 28 Gennaio 2023, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 00:10

Cade il velo. «La Ternana è in vendita». E stavolta non si parla di quote. L'anticipazione del Messaggero viene confermata direttamente dal presidente Stefano Bandecchi. Su Instagram il patron annuncia una serie di video per spiegare l'evolversi dell'indagine della Guardia di Finanza che ha coinvolto l'Unicusano per presunte violazioni tributarie. Nel primo nessun accenno diretto alla Ternana, ma la domanda di un tifoso sul futuro delle Fere accende la miccia. «La vostra Ternana la vendo. Purtroppo è inevitabile» scrive Bandecchi e la bomba esplode subito. «Resto candidato sindaco e continuerò con le mie aziende» assicura il patron. In pratica l'indagine della Finanza ha spinto il Cda di Unicusano a fare un passo indietro. «I soldi sequestrati non aiutano e il consiglio di amministrazione della Unicusano ha stabilito che nell'indecisione amministrativa e giuridica non ritiene sia necessario investire nel calcio» aggiunge Bandecchi alla vigilia del match contro il Modena. A meno di ripensamenti, la Ternana dovrà cercare una nuova proprietà e Bandecchi parla già da ex. «La Ternana esisterà anche senza Bandecchi che ha fatto un pezzo di strada per la maglia più bella del mondo» dice a un altro tifoso. Potrebbe essere l'ennesima provocazione o magari riferirsi alla volontà di rilanciare la cessione del 45% delle quote azionarie in pacchetti del 5% come annunciato lo scorso ottobre. Più realisticamente, visto il recente tsunami, sembra proprio aver deciso di cedere l'intero pacchetto azionario. «Il calcio si fa quando tutto va bene. La Finanza ha deciso per tutti. Prima le cose utili poi il superfluo, dato che non rende niente. Io preferisco pagare Interpan e molte altre aziende, sino alla costruzione dello stadio e della clinica. Le cose che valgono e che creano lavoro.

Altri gestiranno il calcio, ora le cose stanno così» sentenzia il patron. Discorso chiuso, almeno per la Ternana. «Il palazzetto vedremo, in base a cosa hanno deciso a mia insaputa, così ci sarà da ridere» l'ultimo affondo. E' proprio sul PalaTerni, a cominciare dal nome, che si è consumato l'ultimo strappo. Con l'accordo integrato tra Comune e Fondazione, Palazzo Montani Leoni ha confermato il contributo di 2 milioni di euro ma ha messo alcune condizioni. «Il palasport dovrà mantenere la denominazione PalaTerni e sulla facciata dovranno essere apposti i loghi del Comune e della Fondazione Carit» tanto per cominciare. Quindi niente PalaTernanaEventi, come lo aveva ribattezzato lo stesso Bandecchi all'indomani dell'annuncio dell'accordo con Salini per la subconcessione e la successiva costituzione della srl con capitale sociale di 10 mila euro, di proprietà anch'essa dell'Unicusano. Accordo che, al momento, non ha valore giuridico, almeno prima del collaudo finale. La nuova deadline è fissata al 31 marzo 2023 per la prima consegna e al 30 giugno 2023 per la seconda con riferimento alle finiture e sistemazioni esterne. Il contributo verrà erogato in un'unica soluzione una volta che il Palasport verrà completato, agibile e fruibile nella sua interezza, secondo la sua destinazione, entro e non oltre il 30 giugno. Nell'accordo Fondazione-Comune si parla anche della destinazione a scopi con valenza sociale, convenzioni a costi agevolati per l'utilizzo da parte delle associazioni sportive dilettantistiche e di cinque giornate riservate alla Fondazione Carit. Tutti punti che, pena la revoca del contributo, «il Comune assume l'impegno a far rispettare, inclusi eventuali concessionari o sub concessionari del PALATERNI». Scritto proprio così, tutto maiuscolo. Scanso equivoci.

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