PERUGIA Condannati a sedici mesi. Regge l’accusa della Procura di Spoleto per la bancarotta della Fils e i sedici mesi sono la condanna(con rito abbreviato, pena sospesa) per Stefano Mattioli, all’epoca dei fatti presidente del Cda di Fils e per l’allora sindaco di Foligno, Nando Mismetti. L’accusa è quella di bancarotta semplice e preferenziale. La Fils era la società partecipata interamente dal Comune di Foligno e l’inchiesta era nata da due passaggi ritenuti decisivi alla Procura di Spoleto.
Cioè il fatto che siano stati pagati i compensi dal 2014 al 2018 a Mattioli per un importo totale di circa 80mila euro e perché amministratore e sindaco si sono astenuti dal dichiarare fallita la società sin dal 2014 quando, a causa del dissesto finanziario, venne trasformata da Società per azioni a Società a responsabilità limitata. Secondo l’accusa quel comportamento addebitato dagli inquirenti a Mismetti e Mattioli, aveva causato un danno nei confronti dei creditori della società in house fallita il 14 ottobre di tre anni fa e un danno relativo a un dissesto che si è aggravato con il passare degli anni. Quindi dall’anno 2014 del disseto all’anno 2019 del fallimento.
Il gup del tribunale di Spoleto, Federica Fortunati, ha accolto pienamente la richieste dell’accusa: un anno e quattro mesi (pena sospesa) per i due imputati. Ma la partita giudiziaria della bancarotta semplice e preferenziale non finisce qui. Perché sia Mattioli(difeso dagli avvocati Valeriano Tascini e Luciano Ghirga) e Nando Mismetti(difeso dall’avvocato Maurizio Salari) hanno annunciato che andranno in appello contro la condanna.
Nella richiesta di rito abbreviato le difese di Mattioli e Mismetti avevano presentato dei documenti relativi alla vicenda (centinaia di pagine), con le carte sugli incaricati del controllo analogo, le delibere di giunta e di consiglio comunale che hanno indirizzato le scelte e le mosse del Comune nel mare in tempesta della società nata per i servizi di manutenzione per conto del Comune di Foligno a cui poi si sono aggiunti i servizi per le pubbliche affissioni. La Fils era finita nel mirino della magistratura durante la vecchia inchiesta su Sanitopoli. Il fascicolo che ieri è arrivato alla condanna in primo grado per Mismetti e Mattioli era nato da un esposto dell’allora consigliere comunale di opposizione Stefania Filipponi che riportava i primi guai contabili della Fils già nel 2005. Esposti con cui si chiedeva di valutare eventuali responsabilità di giunta e consiglieri comunali all’epoca dei fatti. Responsabilità legate ai presunti mancati interventi per fermare la crisi della Fils con il Comune che ha continuato a finanziare la società senza interventi di ristrutturazione aziendale, ma aggravando la situazione contabile anche con l’assunzione di personale negli uffici. Ieri la sentenza di condanna per Mattioli e Mismetti.
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