Balzo inflazione, in un mese dal 9,4 al 12,7%. Per i rincari Perugia batte Terni

Balzo inflazione, in un mese dal 9,4 al 12,7%. Per i rincari Perugia batte Terni
di Fabio Nucci
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Giovedì 17 Novembre 2022, 07:28

 Non si arresta la corsa dei prezzi che in Umbria procede a un ritmo ben più sostenuto rispetto alla media nazionale. Tanto che nella classifica dei territori più cari, stilata dall’Unione nazionale dei consumatori, con un tasso d’inflazione del 12,7% e un aggravio di spesa di quasi 2.900 euro, il Cuore verde è terzo dietro Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna. Ancor più pesante il quadro prefigurato dal Codacons che per la regione stima una maggior spesa annua di oltre 3.700 euro.
Aspettando il dettaglio per singoli capitoli di spesa, che gli uffici statistica dei due comuni capoluogo dovrebbero diffondere oggi, l’Istat ieri ha pubblicato i dati definitivi dei prezzi al consumo di ottobre. Informazioni elaborate su base regionale e relativamente ai capoluoghi di provincia con più di 150mila abitanti. Per Perugia, si tratta di una vera e propria stangata considerando che in un mese, l’indice annuo armonizzato è passato dal 9,5 al 13,1 per cento; a livello regionale, invece, si è passati dal 9,4% di settembre al 12,7% di ottobre. Tutto questo mentre a livello nazionale, gli stessi indici sono passati dall’8,9 all’11,8%. Si tratta in ogni caso di un valore che riporta indietro di quasi 40 anni. Tutte le stime di un’inflazione regionale al 10% a dicembre sono quindi saltate e per le famiglie si preannuncia un fine anno oculato quanto a spese, considerando l’aggravio che un simile tasso d’inflazione comporta per i bilanci domestici.
L’elaborazione effettuata dall’Unione nazionale consumatori, sulla base dei consumi mensili delle famiglie, infatti, colloca l’Umbria in terza posizione per il differenziale di spesa generato dalla corsa dei prezzi. In testa alla classifica delle regioni più care, con un'inflazione annua a +11,9%, il Trentino che registra a famiglia un aggravio medio pari a 3.092 euro su base annua. A seguire l’Emilia Romagna, dove la crescita dei prezzi del 12,5% implica un'impennata del costo della vita pari a 2.973 euro. Con un +12,7% l'Umbria è terza con un rincaro annuo di 2.869 euro.
Quanto alle grandi città capoluogo di provincia, Perugia rimane nella top 10. Con un’inflazione annua del 13,1% è in ottava posizione, con l’aggravio di spesa che per una famiglia media (tre persone) è stimato in 3.009 euro che diventano 4.252 per un nucleo di 4 persona. Per quanto riguarda Terni, l’Unc ha comunicato che il tasso d’inflazione in un mese è passato dal 9 al 12,3% con una “stangata aggiuntiva” su base annua pari in media a 2.826 euro. L’Ufficio studi dell’associazione ha invece stimato in 3.993 euro la spesa per una famiglia ternana di 4 persone.
«L’incremento dei listini ha effetti diversi sulle famiglie, a seconda della regione di residenza», spiega il Codacons. La spesa annua per consumi, infatti, resta fortemente diversificata sul territorio, con le famiglie del Nord che in media spendono di più rispetto a quelle del Mezzogiorno. «Questo significa che il tasso d’inflazione ha effetti differenti sulle tasche dei consumatori», si osserva dall’associazione. Per l’Umbria, considerata la crescita dei prezzi registrata dall’Istat ad ottobre, e senza tenere conto dei possibili tagli dei consumi operati dalle famiglie, il Codacons stima una maggiore spesa annua di 3.728 euro, contro una media nazionale di 3.625 euro.
L’Istat parla di “forte accelerazione dell’inflazione su base tendenziale” dovuta soprattutto ai prezzi dei beni energetici i cui rincari a livello nazionale sono passati dal +44,5% di settembre al +71,1% di ottobre (da +47,7% a +51,6%, i regolamentati, da +41,2% a +79,4% i non regolamentati).

Incide in misura inferiore, invece, l’avanzata subita dai prezzi dei beni alimentari la cui crescita in un mese è passata dal +11,4% al +13,1%. “Le tensioni inflazionistiche attraversano quasi tutti i comparti merceologici”, si spiega dall’Istat. In frenata solo i prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona. Il capitolo più pesante per le famiglie, resta quello Abitazione, acqua ed elettricità, seguito da quelli Prodotti alimentari-bevande analcoliche e Trasporti, che include anche la spesa per i carburanti.

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