Accantoniamo pure queste ultime che rappresentano un vero e proprio lusso con l’acquisto di una specie di status symbol, ma anche le altre, quelle da città, non sono poi così economiche, considerato che una sorella di analoghe dimensioni e caratteristiche, con motore termico costa quasi la metà. “Sì, è vero – direte – però con l’ecobonus recentemente introdotto dalla legge di bilancio il costo di acquisto diminuisce. E poi il bollo non si paga, per non parlare della libertà di accesso nei centri storici e dei parcheggi gratis…!”. Non è mia intenzione scoraggiare l’acquisto di una auto alla spina, ma non dimenticate che dovete aggiungere altri non trascurabili elementi per scegliere a ragion veduta, primo tra tutti quello della tenuta del valore dell’usato, che è ovviamente fortemente penalizzato dalla continua ricerca volta a risolvere le innate criticità dell’auto elettrica, ovvero tempi di ricarica e autonomia.
Con ordine. Per rimanere nei sogni, nell’immaginario di tutti noi si è convinti che si potrà rientrare - dopo la solita intensa giornata di lavoro - nel garage di casa, comodamente accessibile, con la presa di corrente pronta a fare il pieno sulla fiammante e-car. Ma, a parte nei telefilm americani, chi è che in una grande città può pensare di tornare a casa e parcheggiare nella propria privata autorimessa? Pochi, se non nessuno. Ammettiamo, per un attimo che ciò sia possibile: non va trascurata però la circostanza che quando ricarico l’auto il pollo con le patate non può essere cucinato al forno, questo per dire che i 3 Kw della linea domestica potrebbero non essere sufficienti. Andiamo comunque avanti ed immaginiamo la gita domenicale. Per carità, tra app e siti dedicati possiamo pianificare il percorso ma, alla fine, che mortificazione rinunciare a deviazioni improvvisate perché non si può rimanere senza corrente! Allora ecco la soluzione: l’elettrica per i giri corti in città e la termica per quelli lunghi. Fermi tutti, ma allora dove è la convenienza? Il problema, comunque, è innanzitutto culturale e risolvibile solo nel lungo termine, senza improvvisazioni e con una seria programmazione. Come dire che gli ecoincentivi per auto e colonnine non bastano proprio.
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