Auto elettriche: ancora troppi dubbi
scoraggiano i potenziali acquirenti

Auto elettriche: ancora troppi dubbi scoraggiano i potenziali acquirenti
di Ruggero Campi
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Venerdì 11 Gennaio 2019, 17:10
PERUGIA - Chi non ha mai pensato di acquistare un’automobile elettrica? Io, ovviamente l’ho fatto un po’ per curiosità, un po’ perché ho provato piacere nel guidarla, un po’ influenzato dalla pubblicità ma, soprattutto, perché sogno una mobilità a buon prezzo. Ed allora, presa in mano la rivista specializzata per antonomasia, ho iniziato a scorrere i listini. Prezzo, potenza, prestazioni: una dopo l’altra ho incrociato, correlato e catalogato le varie informazioni per tentare di dare una risposta alla mie esigenze. Per prima cosa toglietevi dalla testa che la scelta di acquistare un’auto elettrica migliori la voce del bilancio familiare dedicata alla mobilità. Difatti, tralasciando per ora i problemi non di poco conto della autonomia della carica, comprare un’auto “diversamente alimentata” costa, e non poco. Da 24 a 50 mila euro quelle per così dire compatte e più da città, fino a 150 mila euro quelle di alta gamma.

Accantoniamo pure queste ultime che rappresentano un vero e proprio lusso con l’acquisto di una specie di status symbol, ma anche le altre, quelle da città, non sono poi così economiche, considerato che una sorella di analoghe dimensioni e caratteristiche, con motore termico costa quasi la metà. “Sì, è vero – direte – però con l’ecobonus recentemente introdotto dalla legge di bilancio il costo di acquisto diminuisce. E poi il bollo non si paga, per non parlare della libertà di accesso nei centri storici e dei parcheggi gratis…!”. Non è mia intenzione scoraggiare l’acquisto di una auto alla spina, ma non dimenticate che dovete aggiungere altri non trascurabili elementi per scegliere a ragion veduta, primo tra tutti quello della tenuta del valore dell’usato, che è ovviamente fortemente penalizzato dalla continua ricerca volta a risolvere le innate criticità dell’auto elettrica, ovvero tempi di ricarica e autonomia.

Con ordine. Per rimanere nei sogni, nell’immaginario di tutti noi si è convinti che si potrà rientrare - dopo la solita intensa giornata di lavoro - nel garage di casa, comodamente accessibile, con la presa di corrente pronta a fare il pieno sulla fiammante e-car. Ma, a parte nei telefilm americani, chi è che in una grande città può pensare di tornare a casa e parcheggiare nella propria privata autorimessa? Pochi, se non nessuno. Ammettiamo, per un attimo che ciò sia possibile: non va trascurata però la circostanza che quando ricarico l’auto il pollo con le patate non può essere cucinato al forno, questo per dire che i 3 Kw della linea domestica potrebbero non essere sufficienti. Andiamo comunque avanti ed immaginiamo la gita domenicale. Per carità, tra app e siti dedicati possiamo pianificare il percorso ma, alla fine, che mortificazione rinunciare a deviazioni improvvisate perché non si può rimanere senza corrente! Allora ecco la soluzione: l’elettrica per i giri corti in città e la termica per quelli lunghi. Fermi tutti, ma allora dove è la convenienza? Il problema, comunque, è innanzitutto culturale e risolvibile solo nel lungo termine, senza improvvisazioni e con una seria programmazione. Come dire che gli ecoincentivi per auto e colonnine non bastano proprio.
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