Aurelio De Felice, William Hayter e la grafica contemporanea.
Una mostra internazionale ripercorre sessant'anni di storia.

La scultura di Hayter ritrovata al Liceo Artistico di Terni
di Aurora Provantini
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Giovedì 23 Maggio 2019, 17:38

E’ il 1965. Giulio Carlo Argan accetta di diventare presidente del “Cenacolo di Torre Orsina”, l’associazione costituita da Aurelio De Felice. Nello stesso anno William Stanley Hayter viene invitato a Terni dallo stesso De Felice, per una conferenza al Cenacolo e all’Istituto d’Arte. In quell’occasione, nella città dell’acciaio, crea e fonde un’opera in bronzo, appena scoperta, che va ad arricchire la già preziosa mostra dal titolo “Le Signe Parlant”, dislocata nelle due sedi espositive di Palazzo di Primavera e Caos . Una scultura mai esposta prima, di uno dei rappresentanti del surrealismo. Pittore e incisore, crea a Parigi  “l'Atelier 17”, lo studio di incisione dove lavorarono i più grandi artisti del tempo: Pablo Picasso, Salvador Dalí, Marc Chagall, Joan Miró. "Alea", l’associazione di grafica romana di cui fa parte anche Arianna Angelini, di Terni, propone di organizzare una mostra di grafica internazionale. Che viene sostenuta e patrocinata dal Comune di Terni, con tanto di collaborazione da parte dell’assessorato alla cultura.  Alea Contemporary Art e CavourArt presentano il progetto di raccogliere in un unico evento oltre mezzo secolo di storia. Una mostra che presenta opere di artisti di diversa generazione e provenienza, che hanno saputo sposare nel tempo le tecniche incisorie tradizionali (xilografia, acquaforte, acquatinta, ceramolle, puntasecca) con tecniche sperimentali di stampa (monotipo, fotoincisione, combustioni, collografie, anche su materiali plastici e di riuso). Ci sono i lavori di tredici artisti per un totale di duecento opere. Più le acqueforti di Aurelio De Felice. E c’è pure il catalogo che ospita gli interventi di Tiziana Musi, Franco Profili, Francesco Santaniello, Paolo Stefanini.
“Hayter non inseguiva un metodo classico. Liberatevi da tutto, diceva”. Lo spiega con semplicità Franco Profili, il curatore della mostra “Le Signe Parlant”, che resterà aperta fino al 23 giugno. “Siamo andati all’indietro ritrovando grafiche di artisti che hanno collaborato con “l’Atelier 17”, abbiamo selezionato opere del maestro De Felice.” Sessant’anni di storia. Di opere mai esposte, tutte insieme, in un’occasione sola. Sarà a Terni anche la vedova di Hayter, per l’inaugurazione, sabato 25 maggio. “E’ stata lei che ci ha permesso di ritrovare la scultura custodita nell'attuale liceo artistico ”, ammette Profili. All’ultimo piano di Palazzo di Primavera è stato allestito un omaggio al maestro di Torre Orsina e all'Istituto d'Arte. Con tanto di manifesti che documentano l’attività del Cenacolo e della scuola superiore quando era preside De Felice.
Circa l’importanza di esporre le opere di De Felice, di proprietà del museo di arte contemporanea di Terni, lo storico dell’arte Francesco Santaniello ci tiene a ricordare un aspetto importante dell’artista del Cenacolo. “De Felice, l’enfant prodige della scuola romana, indirizzò la sua attenzione verso alcuni degli aspetti più poetici dell’esistenza umana, sottolineando la sottile elegia del quotidiano ravvisabile nelle morbide curve dei corpi femminili, nella lirica concentrazione dei giovani suonatori, nei solidi abbracci delle madri, negli sguardi trasognati . Nelle sculture, nei dipinti, nelle grafiche e nei disegni De Felice continuò a sviluppare la sua idea di opera d’arte, concepita sempre come messa in scena, raffigurazione e azione di personaggi, per indagare le umane realtà.”
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