Atterraggio d'emergenza del volo Lamezia-Perugia: cento passeggeri sotto choc. «Sapete cos'è la paura?»

«Mia moglie – è il racconto – era sull'aereo accanto a una ragazzina di 16 anni. Quando è arrivata la notizia del guasto e qualcuno ha fatto notare un movimento anomalo dell'ala, sul volo si è scatenato il terrore»

Atterraggio d'emergenza del volo Lamezia-Perugia: cento passeggeri sotto choc
di Egle Priolo
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Sabato 30 Luglio 2022, 10:07 - Ultimo aggiornamento: 1 Agosto, 08:20

PERUGIA - «Vuole sapere davvero cos'è la paura? Quella che ho visto negli occhi delle quaranta persone che venerdì mattina erano in aeroporto. Sotto choc, seduti sul tapis roulant dei bagagli, dove hanno passato tutta la notte, dopo che il loro aereo per Perugia è tornato indietro per un guasto. In preda al panico e senza alcun supporto». A parlare è un professionista perugino che racconta al Messaggero l'incubo vissuto dalla moglie 76enne, tra i quasi cento passeggeri del volo Lamezia-Perugia di giovedì sera. Un volo in qualche modo sfortunato, che aveva collezionato già diverse ore di ritardo per la partenza dal San Francesco di Assisi. A bordo dell'aereo di andata, per dire, c'era anche il nipote della coppia che però, oltre alle ore perse, aveva fatto un volo normale fino in Calabria.

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Ma su quello per Perugia qualcosa, subito, non va proprio. «Dopo 10 minuti di volo dal decollo alle 23.10 il comandante ci ha annunciato di dover tornare all’aeroporto di Lamezia per un guasto/malfunzionamento dell’aereo. Atterraggio d'emergenza alle ore 23.35 circa con grande stupore e paura di tutti. Ad attenderci sulla pista vigili del fuoco ed ambulanze». La testimonianza fotocopia arriva da Matteo Fortunati, che su Facebook ha raccontato la disavventura letteralmente minuto per minuto. «Ore 2.00 - prosegue il post - famiglie ed anziani che dormono per terra nella zona ritiro bagagli. Albastar non risponde alle chiamate del personale da terra. Praticamente siamo bloccati. Aggiornamento ter. Dopo aver chiamato le forze dell’ordine alle 3.20 la direzione dell’aeroporto ci ha smistati su vari alberghi e messo a disposizione navette per hotel».
Insomma, c'è chi, turisti e perugini, ha scelto di andare in albergo e chi ha preferito restare in aeroporto ad aspettare una soluzione per arrivare al San Francesco.

La moglie del professionista è tra quei passeggeri: l'ha trovata ieri mattina il marito in aeroporto ancora sotto choc, con gli occhi sbarrati dalla paura e dalla stanchezza, oltre che dalla rabbia «per non aver avuto risposte e aiuto».

«Mia moglie – è il racconto – era sull'aereo accanto a una ragazzina di 16 anni. Quando è arrivata la notizia del guasto e qualcuno ha fatto notare un movimento anomalo dell'ala, sul volo si è scatenato il terrore. La ragazza ha avuto un attacco di panico e mia moglie ha pensato a lei, a rincuorarla. L'atterraggio? È stato da applausi, il pilota – mi ha detto – è stato bravissimo. Il problema è stato dopo, in aeroporto, e da parte della compagnia. Anche il personale di terra forniva risposte contraddittorie e in tanti non hanno saputo cosa fare fino alla mattina. Mia moglie? È arrivata a Perugia nel pomeriggio di venerdì. In treno».

Tra le tante risposte avute ieri mattina, infatti, pare ci fosse l'ipotesi di prendere l'aereo inviato a Trapani, ma alla fine hanno preso tutti treni o autobus per arrivare a Perugia. Dopo una notte da incubo e quei minuti necessari all'atterraggio raccontati da tutti come spaventosi. Ovviamente una scelta accorta della compagnia, dovuta alla volontà di assicurare la sicurezza dei passeggeri e del personale di volo. Per cui, tutti concordi su una decisione che non fa perdere punti ad Albastar, che vanta una flotta di aerei che «rispettano i più severi e stringenti standard di sicurezza richiesti da Easa» (si legge sul sito istituzionale), ma che non è stata apprezzata in questo frangente per la gestione - umana - della crisi e di quasi cento passeggeri stanchi e nel panico. Tanto che c'è già chi parla di denunce in volo.

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