All'asta la scultura di Leoncillo, corsa
contro il tempo per bloccare la vendita

All'asta la scultura di Leoncillo, corsa contro il tempo per bloccare la vendita
di Antonella Manni
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Mercoledì 28 Novembre 2018, 15:32
Corsa contro il tempo per bloccare la vendita all'asta de “La grande mutilazione”. L'opera dell'artista spoletino Leoncillo Leonardi verrà battuta nel tardo pomeriggio di mercoledì a Milano da Sotherby's, con una base d'asta di 350 mila euro. La scultura era proprietà della Spoleto Credito e Servizi (sul catalogo online di Sotherby's risulta però essere della “Banca Popolare di Spoleto”) ed è stata esposta, grazie ad un accordo con il Comune, fino all'11 settembre scorso, in una sala di Palazzo Collicola, la galleria d'arte moderna. Sarà ormai un'impresa possibile cercare scongiurare la scomparsa dell'opera dalla scena spoletina? “La scultura – spiega l'assessore alla cultura Ada Urbani – è stata prelevata nel settembre scorso dai curatori fallimentari della Spoleto Credito e Servizi (Scs), Eros Faina e Paolo Sambuchi. Io personalmente non sono stata messa al corrente della vicenda per tempo: se avessimo saputo prima, come Comune, avremmo potuto tentare di trovare un collezionista disposto a comperare l'opera per poi lasciarla in esposizione nella galleria comunale d'arte moderna”. Sia come sia, la vicenda potrebbe configurarsi come un paradosso legale, visto che la ex dirigenza della Scs ha annunciato di aver presentato ricorso contro la procedura fallimentare, e quindi potrebbe succedere che il fallimento della Scs venga revocato dalla Corte d'Appello ma nel frattempo la scultura potrebbe essere venduta, prima che il Tribunale si pronunci. Oltre a quella di Leocillo, tra l'altro, ci sono altre due opere passibili di vendita, di proprietà della Scs e prelevate nei mesi scorsi da palazzo Collicola dagli stessi curatori fallimentari, “una di Alberto Burri – spiega Ada Urbani - e un'altra di Leandra Cominazzini Angelucci”. La vicenda, piuttosto intricata, ha sollecitato l'intervento dell'associazione Ora Spoleto che ha chiesto una mobilitazione cittadina. Ad esprimere indignazione, in queste ore, pure Enrico Mascelloni, critico d'arte ed esperto di Leoncillo Leonardi: “Leoncillo – dice Mascelloni – è una star del mercato, ci sono due mostre in corso e in preparazione dedicate a lui a Roma e a Verona: è importante che la sua scultura rimanga a Spoleto”.

IL SINDACO

Sulla vicenda, il sindaco Umberto De Augustinis alza le braccia: “Stiamo a vedere cosa succederà, speriamo che le azioni intraprese (il ricorso contro la sentenza di fallimento della Spoleto Crediti e Servizi, n.d.r.) possano scoraggiarne l'acquisto”. Intanto, mercoledì pomeriggio, l'opera sarà battuta all’asta, con una base di 350 mila euro e con una stima che oscilla però tra 300 e 500 mila euro. Insieme alla scultura in ceramica di Leoncillo, all'asta andrà anche un'altra opera già esposta a Palazzo Collicola e proveniente dalla stessa collezione della Banca Popolare di Spoleto traghettata alla Spoleto Credito e Servizi, prelevata anche questa appena qualche mese fa dai curatori fallimentari: “Bianco plastica” di Alberto Burri valutata tra i 500 ed i 700 mila euro. De Augustinis, d'altra parte, afferma di aver tentato di trattenere i qualche modo questi capolavori di grandi artisti e che nella circostanza in cui i curatori si sono recati a Palazzo Collicola per ritirare le opere con tanto di disposizione del Tribunale, l'amministrazione comunale avrebbe fatto presente “l'opportunità che rimanessero a Spoleto”. Ma l'istanza non ha evidentemente sortito l'effetto sperato visto l'imminente vendita all'asta. “Del resto – continua il sindaco – su quelle opere non c'è un vincolo, provenendo da una collezione privata e come Comune non abbiamo strumenti per intervenire”. Diversamente sarebbe se la Corte d'Appello di Perugia del Tribunale delle imprese in queste ore riuscisse a pronunciarsi sul ricorso contro la procedura fallimentare presentato dalla ex dirigenza della Spoleto Credito e Servizi. Oppure, almeno intervenire con una sospensiva rispetto alle vendite all'asta in atto. Sarebbe tecnicamente possibile? Forse sì. Sarà per questo che il sindaco Umberto De Augustinis, nonostante tutto, non esclude un esito diverso dalla vendita di quelle opere d'arte e spera? Anche perché potrebbero effettivamente configurarsi scenari paradossali, ovvero che il fallimento della Scs venga revocato dalla Corte d'Appello ma che nel frattempo la scultura sia venduta. “Il prezzo a base d'asta delle opere, d'altra parte, è alto – dice ancora il sindaco – e il battage che si è creato attorno a queste opere potrebbe sortire un qualche effetto”. Insomma, non tutto è perduto. Anche se, non c'è dubbio, la matassa rimane difficile da sbrogliare e nell'arco di un anno dai diversi soggetti coinvolti la questione avrebbe potuto essere gestita meglio. A favore della città.
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