Salta l'asta per l'assenza
del dirigente, il campeggio
di Marmore rimarrà chiuso

Salta l'asta per l'assenza del dirigente, il campeggio di Marmore rimarrà chiuso
di Umberto Giangiuli
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Mercoledì 23 Giugno 2021, 08:41

TERNI Per quest’anno sull’apertura del campeggio di Marmore è da metterci una pietra tombale. Ormai, non c’è più tempo per un’altra asta pubblica che, se ci fosse, metterebbe i vincitori del bando nell’impossibilità di aprire, visto che già dal mese di settembre sono pochi coloro che vanno a campeggio e bisogna anche tenere conto del tempo atmosferico. Comunque è andata anche questa volta con un nulla di fatto. Tanta la delusione di chi sperava che fosse stata la volta buona. Niente da fare. Ormai sembra abbastanza chiaro che non si vuole assegnarlo quel camping immerso nel verde dei Campacci. Sembra quasi, che si faccia apposta, tentando di sfidare il turismo. In Comune sono pervenute 4 richieste di gestione dell’impianto che stanno a significare l’interesse per questo posto che da anni viene scelto da campeggiatori stranieri e italiani, anche perché lì, ad appena 200 metri, c’è il primo salto delle Cascata e il belvedere degli innamorati. Quindi un’attrattivi in più per chi sceglie il camping. Tutti con il fiato sospeso a palazzo Spada per l’apertura dei plichi. Poi la doccia fredda del responsabile dell’ufficio appalti Luca Tabarrini ad informare i concorrenti della necessità di rinviare l’appuntamento, perché la dirigente delle attività finanziarie Grazia Marcucci non era presente giustificando “per motivi personali”.

Così i partecipanti se ne sono andato a testa china, tra mugugni e rabbia, perché questa ennesima asta pubblica credevano davvero che andasse in porto. La concessione in uso e gestione quinquennale riguarda un prezzo annuo a base d’asta pari a 9 mila euro, per un’area complessiva di oltre 9.700 metri quadrati che coinvolge fabbricati e terreni del patrimonio indisponibile del Comune e di Ast, con una particella la “415” che crea qualche problema per il posizionamento della recinzione. Lo stesso Roberto Giusti, per decine di anni gestore dell’impianto con la moglie Rosy aveva annunciato proprio da queste colonne del giornale che «comunque fosse andata con l’assegnazione avrebbe cercato in tutti i modi di far valere il suo acquisto di alcune particelle del campeggio che arrivano fino alla recinzione di cui si parla nella particella “415”». All’indomani della chiusura da parte dell’amministrazione comunale del campeggio in attesa della base d’asta c’erano state molte polemiche sull’operato del Comune, con manifestazioni esterne all’impianto, dove sono volate parole grosse nei confronti dell’attuale amministrazione.

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