L'intervista/ Claudio Cipolla (Fiom): "Con Thyssen in pericolo il futuro di Ast: rispetti le regole"

Claudio Cipolla, segretario Fiom Terni
di Vanna Ugolini
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Domenica 17 Agosto 2014, 19:48
Terni - Ast, ancora tante incertezze sul futuro delle acciaierie. Claudio Cipolla, segretario Fiom.



Cosa è necessario fare, secondo lei, in attesa dell’incontro del 4 settembre tra il ministro Guidi e l’ad Morselli?

«Non far abbassare, anche in questi giorni di ferie. Proseguire nell’azione diplomatica ed istituzionale a tutti i livelli per far comprendere le ragioni, i motivi ed il perché giudichiamo il Piano Industriale presentato da TK inaccettabile. Sollecitare il Governo Italiano a fare un’azione decisa ed incisiva su TK che costringa la multinazionale a riformulare un nuovo e diverso Piano industriale che tuteli la strategicità delle produzioni ternane, irrinunciabili per il paese Italia.



Quali pensa che siano i reali obiettivi dei cambiamenti che stanno avvenendo in fabbrica?

I cambiamenti in atto hanno un unico obiettivo da parte di TK che è quello di fare azioni propedeutiche alla realizzazione del loro Piano industriale. Azioni unilaterali da parte della multinazionale che denotano l’arroganza ed il non rispetto nei confronti dell’intero sistema istituzionale italiano.



Pensa sia possibile che, in realtà, la Thyssen voglia arrivare alla chiusura di Ast e alla sua vendita a pezzi?

Thyssenkrupp ha già esplicitamente detto che non intende tornare a produrre acciai speciali e che in un arco temporale di circa due anni rimetterà in vendita Ast. Questo è sufficiente per comprendere che TK può compiere qualsiasi tipo di operazione su Terni con un obiettivo esclusivamente di recupero economico e con nessuna scelta di continuità industriale.



Crede che le istituzioni abbiano fatto tutto il necessario per tutelare Ast?

Credo che le istituzioni locali abbiano, per la loro parte, fatto i possibile per far diventare questa vertenza una vertenza nazionale.
In questi anni c’è stata una azione unitaria di tutta la comunità ternana ed umbra che testimonia la consapevolezza, a tutti i livelli, della gravità e del pericolo di questa situazione. Dobbiamo però intensificare la nostra azione perché forse, a livello nazionale, si considera questa vertenza come tante altre e non si ha coscienza di quello che potrebbe significare indebolire e perdere le produzioni di acciai speciali in Italia.




Quale pensa sia il destino migliore per Ast?

Credo che il Governo e la Comunità Europea debbano costringere TK al rispetto dei vincoli posti dalla stessa Comunità Europea su Terni garantendo il non indebolimento delle produzioni ternane, tutelando la continuità produttiva ed occupazionale e salvaguardando l’autonomia commerciale. Se ciò non dovesse essere accettato da TK bisognerà chiedere alla multinazionale tedesca di vendere subito Ast e non dopo averla ridimensionata, indebolita e non più leader nel settore delle produzioni degli acciai speciali.
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