Ast in vendita, i sindacati nazionali: «Gli operai non paghino gli errori di Thyssenkrupp»

Ast in vendita, i sindacati nazionali: «Gli operai non paghino gli errori di Thyssenkrupp»
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Mercoledì 20 Maggio 2020, 13:31 - Ultimo aggiornamento: 16:53

TERNI Ast in vendita, sulla vicenda sono intervenuti anche i sindacati nazionali. Ecco le loro dichiarazioni.
Gianni Venturi, segretario nazionale Fiom Cgil. «Non c'è tempo da perdere. Il governo intervenga non solo per sostenere il futuro dei lavoratori di Ast, ma per aprire un tavolo di confronto del settore siderurgico, in cui la produzione degli acciai speciali rimane un asset strategico decisivo»: lo afferma in una nota Gianni Venturi, segretario nazionale Fiom- Cgil e responsabile siderurgia, dopo l'annunciata vendita, o ricerca di partner, da parte di ThyssenKrupp per il sito di Terni. «In questi anni - scrive il sindacalista - abbiamo assistito ad un balletto di ThyssenKrupp attorno alle prospettive strategiche di Acciai Speciali Terni. Dopo la mancata fusione con Tata Steel e la vendita del settore degli ascensori, arriva una nuova doccia fredda. Il consiglio di supervisione di ThyssenKrupp considera il sito di Terni non più strategico ai fini delle prospettive industriali del Gruppo, che in realtà sono sempre meno industriali e sempre più legate a ritorni finanziari di breve termine. Ast - conclude - finisce in una sorta di 'bad company' in attesa di essere ceduta o di trovare nuove alleanze societarie».

Guglielmo Gambardella, coordinatore nazionale Uilm settore siderurgico. «Le dichiarazioni dell'ad di Thyssenkrupp, Martina Mertz, confermano le nostre preoccupazioni sul futuro di Acciai Speciali Terni che da anni denunciamo anche nelle sedi istituzionali. Le difficoltà finanziarie della multinazionale tedesca non possono essere pagate dai lavoratori del sito ternano che in questi anni hanno già pagato un prezzo altissimo in termini occupazionali e sociali»: a dirlo è Guglielmo Gambardella, coordinatore nazionale Uilm del settore siderurgico. Gambardella chiede che «il governo intervenga sui vertici della multinazionale tedesca per assicurarsi che eventuali iniziative future di partnershipo di vendita siano finalizzate ad una valorizzazione del sito ternano che - sottolinea - rappresenta un asset strategico per il sistema manifatturiero del nostro Paese e per l'economia umbra». «Vorremmo ricordare ai responsabili di Thyssenkrupp - continua - che  Ast Terni, con i suoi attuali 2.350 addetti, ha già dimostrato, dopo la passata ristrutturazione aziendale e con l'attuale gestione, di essere un centro di eccellenza a livello europeo nella produzione di acciaio inox e di rappresentare un business profittevole chiudendo, a partire dal 2016, sempre con bilanci positivi, con oltre 200 milioni di utili complessivi dal 2016 al 2019, andando a ripianare anche i debiti della multinazionale».

Valerio D'Alò, segretario nazionale Fim Cisl. «La decisione di ThyssenKrupp di collocare in un'area di business senza futuro Ast non può essere sottovalutata e va gestita con la massima urgenza»: a dirlo è il segretario nazionale della Fim Cisl, Valerio D'Alò, dopo le comunicazioni del gruppo. La Fim chiede al governo «che convochi quanto prima le organizzazioni sindacali perché non vorremmo che, complice la congiuntura da Covid 19, le vertenze storiche del nostro Paese non debbano ritornare a preoccupare i lavoratori e le loro famiglie dopo la loro definizione». Per il sindacalista cresce «l'incertezza sul futuro di 
Ast in un periodo storico pesantemente compromesso dalla pandemia mondiale
». «Va garantita - aggiunge - una prospettiva di continuità lavorativa del sito di Terni e delle sue produzioni che sono strategiche per il sistema Paese come del resto l'intera filiera della siderurgia. Serve per questo, aprire subito un tavolo di confronto al ministero dello Sviluppo economico e con il ministro Patuanelli per dare certezza alle acciaierie ternane che ancora oggi rappresentano oltre il 15% del Pil regionale essendo la prima azienda per fatturato (1,8 miliardi) totale e numero di addetti, di cui diretti 2.350 unità a cui vanno aggiunti 150 lavoratori interinali e migliaia di dipendenti delle aziende che operano nell'indotto».

Roberto di Maulo, Fismic Confsal. «È alta la preoccupazione per il sito Ast di Terni. Le ultime dichiarazioni della ThyssenKrupp non fanno che aumentare l'incertezza. I lavoratori non devono essere abbandonati per questo occorre l'apertura di un tavolo in sede ministeriale con la massima urgenza»: così il segretario generale della Fismic Confsal, Roberto Di Maulo. «Specialmente in un momento così drammatico e difficile - afferma il sindacalista - l'annuncio dei piani per ridurre ulteriormente il perimetro del gruppo rappresenta uno scenario di crisi senza fine dove le prospettive del sito industriale ternano vengono nuovamente messe in discussione. Il settore siderurgico è strategico per il nostro Paese e deve essere salvaguardato. L'intervento del Governo deve essere immediato e mirato». Di Maulo sottolinea che «la produzione di acciai speciali è importante perché permette al sistema manifatturiero nazionale di essere rifornito con acciai di qualità e prodotti nel nostro Paese e per questo dovrebbe essere valorizzata anziché smantellata. La Fismic Confsal - conclude - è pronta a intraprendere tutte le iniziative necessarie».

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