Ast in vendita, le richieste dei sindacati: mantenere il sito integrato e concorrenziale, trovare un player europeo

Ast in vendita, le richieste dei sindacati: mantenere il sito integrato e concorrenziale, trovare un player europeo
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Mercoledì 20 Maggio 2020, 16:38 - Ultimo aggiornamento: 16:39

Il mantenimeno del sito integrato, la continuità degli investimento perchè Ast possa rimanere fondamentale, l'individuzione di un player o partner a livello europe che sia in grado di dare un futuro produttivo ad Ast. Lo chiedono le segreterie territoriali di Fim, Fiom. Uil, Fismic, Ugl, Usb e le Rsu di Tk Ast dopo l'annuncio della Thyssen di mettere in vendita il sito ternano.«
«Le dichiarazioni contraddittorie degli ultimi anni sulla strategicità del sito e da ultimo le prospettive più volte annunciate dal management, in ordine al rilancio, dopo la vendita del settore elevator, vengono spazzate via dalle esternazioni del consiglio di supervisione del 18 maggio 2020. Le organizzazioni sindacali hanno sempre espresso perplessità e non hanno mai creduto agli annunci del management ai vari livelli, continuando, invece, a considerare probabile la cessione del sito».
Le previsioni sull'andamento dell’economia mondiale dell’acciaio, dentro la pandemia, prevedono un -5,9% negli Stati Uniti, un -7,5% nella zona euro e un -9,1% in Italia. In questo quadro «il disimpegno potrebbe rendere più difficile qualunque soluzione.  Una prima conferma viene dal fatto che dal prossimo 23 maggio e fino al 3 giugno si fermeranno tutte le produzioni, con una prospettiva nebulosa e comunque non rosea per i mesi a venire».
Le segreterie territoriali di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl, Usb e le Rus di Tk Ast ribadiscono la strategicità e l’essenzialità delle produzioni (come sottoscritto al Mise nel settembre 2019) delle Acciaierie di Terni, che rappresentano il 61% del Pil comunale, il 37% di quello provinciale e il 15% di quello regionale, ed essendo la prima azienda per fatturato e numero addetti nel territorio con 2350 diretti, 150 somministrati e oltre 1500 lavoratori dell’indotto. Un altro colpo a questo tessuto avrà evidenti ricadute su tutto il contesto economico cittadino e regionale, con i ripercussioni sui mercati nazionali ed europei. 
In questo contesto di riorganizzazioni delle produzione europee «è vitale evitare la deindustrializzazione dell’Italia auspicando un’immediata ripresa del tavolo nazionale dove si dovrà registrare anche l’impegno concreto delle Istituzioni locali, per essere in grado di trovare tutte le soluzioni possibili, garantendo il futuro del sito e scongiurando un pericoloso indebolimento».
Per tanto, secondo i sindacati, occorre:
Una salvaguardia del sito integrato, delle produzioni, dell’assetto impiantistico e dei livelli occupazionali e salariali anche dell’indotto.

Individuazione di un player o di un partner di livello europeo o mondiale con, vocazione industriale e che abbia volontà e capacità a produrre e sviluppare il sito di Terni;

Nell’immediato, la vigilanza sulla sostenibilità economica e finanziaria con il mantenimento delle quote di mercato;

Conferma degli investimenti programmati -a partire da quelli ambientali- e nuovi investimenti da destinare alla ricerca e all’innovazione per essere competitivi nei mercati globali.
I lavoratori e le lavoratrici di Acciai Speciali Terni da troppo tempo stanno compiendo enormi sacrifici, aggravati dall’emergenza sanitaria in atto, per questo meritano considerazione e rispetto. 
 

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