Ast, i sindacati: «La politica intervenga per garantire un futuro alle acciaierie di Terni»

Ast, i sindacati: «La politica intervenga per garantire un futuro alle acciaierie di Terni»
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Mercoledì 8 Gennaio 2020, 20:39 - Ultimo aggiornamento: 9 Gennaio, 08:25
«Accendere un faro su Acciai speciali Terni». È l'appello dei sindacati alla politica in un'audizione alla Commissione Attività produttive della Camera, dove esprimono preoccupazione per il futuro dell'azienda del gruppo Thyssenkrupp, che ha chiuso il bilancio in perdita di 1,8 milioni di euro, e della siderurgia nel Paese, anche a seguito della vertenza Ilva. «Veniamo da un accordo molto sofferto sottoscritto al Ministero dello Sviluppo economico nel dicembre 2014 dove c'erano due cardini: 2.350 occupati diretti e un milione di tonnellate l'anno di acciaio fuso, che per la prima volta non raggiungeremo», spiega il segretario generale della Fiom Cgil di Terni, Alessandro Rampiconi. «Il non raggiungimento di quei parametri, anche a causa dell'importazione di bramme dall'Indonesia - aggiunge Rampiconi - mette in discussione l'intero accordo e la sopravvivenza di almeno una linea produttiva del sito». «Ci sentiamo degli eterni lavoratori in vendita perché non capiamo all'interno del gruppo Thyssenkrupp qual è la strategicità dell'Ast visto che anche la Terninox spesso compra all'esterno», racconta il segretario nazionale della Fim Cisl, Valerio D'Alò. «Sarà necessario a breve effettuare al Mise una verifica dell'accordo e del piano industriale», è quindi la richiesta del responsabile siderurgia della Uilm, Guglielmo Gambardella, che invoca anche un intervento presso l'Ue «per rafforzare le misure di salvaguardia delle produzioni di acciaio europeo»
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