Terni, Ast chiude: «Forni spenti dal 25 marzo»

Terni, Ast chiude: «Forni spenti dal 25 marzo»
di Vanna Ugolini
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Martedì 24 Marzo 2020, 07:44 - Ultimo aggiornamento: 11:10

Il pressing durava da giorni, la tensione era palpabile e, alla fine non c'è stata la possibilità di alcuna mediazione. I sindacati avevano fatto arrivare l'onda lunga del loro pressing fino in Regione: Ast deve chiudere. E così, in serata, dopo un incontro con il Prefetto, l'azienda ha deciso di spegnere i forni lasciando aperto solo il reparto delle spedizioni, per la consegna dei prodotti già finiti, fino al 27. Anche il sindaco Latini, nel pomeriggio, aveva diffuso una nota che andava in questa direzione, in linea, addirittura, con la (più scontata) posizione del consigliere di Senso Civico, Alessandro Gentiletti. Nessuna mediazione nemmeno dal Prefetto mentre la governatrice Tesei avrebbe provato a trovare un accordo: la presidente si atteneva alla decisione del Prefetto ma voleva condizioni di sicurezza per i lavoratori e aveva interessato la Asl per garantirle. Alla fine, la scelta è stata quella di chiudere tutto, fino al 3 aprile ma, forse, anche oltre, dato che i clienti che avevano ordinativi - fa sapere l'azienda - si rivolgeranno ad altri fornitori.

«Nell'interesse esclusivo dei lavoratori, nonostante potessimo restare aperti», ha fatto sapere l'azienda. Nell'elenco del premier Conte, in cui venivano citate le aziende essenziali, la metallurgia c'è entrata e uscita diverse volte. In un primo elenco era presente, come essenziale, il settore dell'alluminio. Poi la voce era stata allargata a tutta la metallurgia. Infine, questa voce era sparita del tutto ma impianti come Ast rientravano in quelli a ciclo continuo, quindi considerati essenziali e strategici, che sarebbero potuti stare aperti su indicazione del Prefetto. Ieri, però, dopo un incontro tra l'azienda e il Prefetto, la decisione è stata quella di chiudere. Il sindaco, nel pomeriggio, aveva diramato una nota in cui sosteneva che «ferme le competenze del Governo e le attribuzioni agli organi periferici di rappresentanza sul territorio e al di là di ogni considerazione sulla rilevanza strategica di dette attività per l'economia nazionale, occorre tenere bene in considerazione i riflessi che ogni decisione, che dovrà essere presa all'esito di stringenti considerazioni circa gli aspetti sanitari e di sicurezza sui luoghi di lavoro, può avere sia sulla salute dei lavoratori coinvolti che dei cittadini nel loro complesso in questa fase così drammatica della nostra storia». Intanto anche Alcantara, che sarebbe potuta stare aperta, ha deciso di chiudere fino al 13 aprile, facendo così saltare 25 contratti di assunzione, promessi pochi giorni fa.
 

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