Carissimi (Lega): «Ast, bene Arvedi ma ora una visione per il futuro e il piano siderurgico»

Carissimi (Lega): «Ast, bene Arvedi ma ora una visione per il futuro e il piano siderurgico»
di Daniele Carissimi
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Venerdì 8 Ottobre 2021, 14:08 - Ultimo aggiornamento: 9 Ottobre, 17:51

Salvo sgradite sorprese dell’Autitrust, il controllo societario dell’Acciai Speciali Terni passerà al gruppo Arvedi entro i primi mesi del 2022.

Circostanza che per il futuro di Terni, dell’Umbria e dell’Italia intera rappresenta un’importantissima opportunità sia in termini di sviluppo industriale, di crescita occupazionale e di transizione verso modelli economici sostenibili.

Gli esiti degli incontri Made in Steel di Federacciai appena conclusi hanno confermato la centralità del comparto siderurgico e la strategicità del settore in termini di interesse nazionale. Le dichiarazioni di Arvedi sull’operazione soffiano positivamente sull’entusiasmo della città e dei lavoratori. Ne abbiamo bisogno. Ma non basta.

Il settore siderurgico reclama, giustamente, aiuto (non solo a parole) a causa dell’aumento vertiginoso dei costi delle materie prime, dell’energia e della necessità improrogabile di giungere alla redazione di un piano siderurgico nazionale utile a difendere il settore dalla concorrenza dei paesi emergenti a tutti i livelli istituzionali.

Nonostante i dati più che incoraggianti della produzione dell’acciaio, la minaccia della delocalizzazione e delle difficoltà della transizione energetica rimane forte ed incide inesorabilmente sulla sopravvivenza delle stesse aziende se il cambiamento auspicato e agevolato dal PNNR non sarà accompagnato da misure che consentano alle imprese del settore di mantenere le marginalità per investire.

Marginalità indispensabili per garantire un futuro senza affanni che non può prescindere dagli investimenti per una piena e completa riconversione del sito ternano verso modelli di produzione sostenibile e a basso impatto ambientale.

Operare in una delle aree più inquinate della nazione come dimostra l’inclusione del territorio ternano-narnese tra i siti di bonifica di interesse nazionale e le rilevazioni ambientali tutt’ora insoddisfacenti si devono integrare con gli obiettivi di decarbonizzazione, di riduzione delle emissioni inquinanti e produzione di rifiuti, l’end of waste. Servono scelte green irreversibili, una pianificazione lungimirante, ingenti risorse su cui contare e importanti sacrifici che non possono essere scalfiti da alcuna condizione. Le procedure di bonifica devono essere finalmente avviate ed eseguite in una visione di città moderna e salubre. Il traguardo della sostenibilità deve elevarsi contestualmente, a causa ed effetto, per trasformare Terni nella città green per eccellenza, ribaltandone l’immagine e la riconoscibilità in termini di innovazione dei processi, sviluppo tecnologico e ottimizzazione delle risorse nel pieno rispetto della salvaguardia ambientale.

Verificare, nei prossimi dieci, trenta e cinquant’anni, che AST assuma il ruolo di protagonista sul mercato nazionale e internazionale dell’acciaio nella nuova e complicata veste di innovatore-green significherà sicuramente anche avere superato le situazioni di conflitto tra istituzioni, lavoratori e sindacati, ridotto significativamente il tasso di disoccupazione e reso possibile la nascita di nuove professionalità, per andare oltre l’area di crisi complessa Occorre rincorrere una nuova visione di tessuto urbano in cui la fabbrica sia perfettamente integrata ed in cui l’azienda non dovrà già costituire una minaccia ambientale ma un esempio di sostenibilità, parte strutturale ed organica della società e non come problema da espellere o sopportare.

La Regione, al pari degli enti locali, può e deve dare un contributo importante attraverso seri investimenti nella ricerca e nelle nuove tecnologie, in costante dialogo con gli attori del territorio e con la creazione di infrastrutture materiali ed immateriali finalizzate alla formazione di nuove figure professionali altamente specializzate e all’attrazione di talenti, nonchè alla valorizzazione delle professionalità già presenti all’interno di AST, attraverso il coinvolgimento di ITS, università, imprese locali e start-up.

Solo sognando e volendo un AST Verde, Internazionale, Inclusiva, Moderna e Sicura potremo sostenere nel futuro un’azienda di tale importanza e gravità.

Abbiamo bisogno di una protagonista che diventi regina splendente dell’imprenditoria e del lavoro Umbro che costituisca però, allo stesso tempo, una guida, motore e modello anche nell’immagine e nei contenuti per meriti acquisiti sul campo e non per necessità sociali, all’interno di una Regione che fa del green il suo simbolo con evidenti ritorni in salute, turismo, economia e benessere.

Consigliere regionale Regione Umbria

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