TERNI In questo momento così particolare e pieno di contraddizioni, voglio raccontare la nostra esperienza di genitori di un bambino con gravi problemi di salute. Nostro figlio non va a scuola dal 15 febbraio, perchè era stato male e quindi il suo lockdown è cominciato ancora prima. Da allora viviamo, in sostanza, isolati, perchè il nostro bambino, che ha dieci anni, ha un sistema immunitario fragile e, a causa della sua disabilità, non può nemmeno indossare la mascherina.
La sua salute, il suo futuro, dipendono dagli altri. Anche da voi.
Le lezioni a distanza per lui non sono efficaci. E' stato contento di vedere le maestre che gli parlavano dal pc ma questo è stato possibile per poco tempo, inoltre per lui non è stata certo una sostituzione del rapporto diretto con gli amici. Non è riuscito a capire perchè non può più vedere i suoi compagni di classe e interagire con loro. Come famiglia abbiamo avuto un sostegno domiciliare di qualche ora in più ma, nell'isolamento, abbiamo visto sfumare i progressi che nostro figlio aveva fatto nel tempo. Quando sentiamo di persone che non voglio mettere la mascherina e che, magari, si ammalano perchè non rispettano le regole basilari di prevenzione, diventano positive perchè partecipano senza alcuna precauzione a feste o frequentano la movida, non possiamo che sentirci soli e amareggiati.
Se il virus riprenderà a circolare in maniera diffusa, nostro figlio sarà di nuovo prigioniero e noi con lui.
Quando nostro figlio andava a scuola dormiva sereno la notte, e di giorno era sorridente. Ora ha frequenti pianti di nervosismo e la notte si gira e rigira nel letto. Noi non possiamo andare in vacanza, è già un grande risultato quando facciamo uscite di un giorno qui in Umbria. Anche il fratellino di 5 anni è limitato, deve stare attento, perchè ovviamente se frequenta altri bambini abbiamo paura che diventi positivo asintomatico, cosa che sarebbe un grosso problema per il fratello maggiore.
La scuola era la salvezza di nostro figlio e vorremmo che potesse ricominciare ad andarci.
Ci avevamo messo diversi anni per dargli una certa stabilità affettiva, quotidianità e routine di piccola normalità e questo a lui piaceva moltissimo. Ora sono 6 mesi che non ce l'ha più. Per lui vuol dire avere perso tutto e non sapere nemmeno perché. Spiegarglielo non è possibile. Le conseguenze sono che lui ha perso molto di quello che aveva acquisito e soprattutto aver perso la gioia e la tranquillità. Ed io e soprattutto mia moglie, di riflesso, soffriamo molto. Stiamo molto male.
Ora c'è la possibilità che il 14 settembre riprenda un minimo di normalità. Quindi mi appello a tutti voi. Quando dite di non voler mettere la mascherina, pensate a mio figlio e a tutti i bambini - che sono tanti - come lui. Quando scegliete di adottare dei comportamenti a rischio, pensate alle famiglie come la mia e ai sacrifici che stiamo facendo e a quanto basti poco per cancellarli di colpo. Se disgraziatamente a settembre o ad ottobre succedesse qualcosa per colpa dei contagi e mio figlio, così come gli altri bambini, non potessero andare a scuola anche e principalmente per colpa dei menefreghisti, noi torneremmo a essere prigionieri e lui rinchiuso in casa. Non so se ce la farebbe. Pensateci quando non mettete la mascherina.
L'appello: «Quando non mettete la mascherina pensate a mio figlio, prigioniero in casa: la sua vita dipende da voi»
di David Francescangeli
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Lunedì 7 Settembre 2020, 07:46
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