Anci alle Poste: «Sportelli aperti più a lungo, troppi disagi per gli anziani e nelle frazioni»

Anci alle Poste: «Sportelli aperti più a lungo, troppi disagi per gli anziani e nelle frazioni»
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Mercoledì 14 Aprile 2021, 16:34

 Ampia parte della riunione del 14 aprile della seconda Commissione dell'Assemblea legislativa è stata dedicata alle audizioni sulla situazione degli uffici postali dell'Umbria e ai loro servizi definiti «essenziali». Molteplici - come ha sottolineato il presidente Valerio Mancini, promotore principale dell'iniziativa - sono state le problematiche evidenziate dagli amministratori locali in merito alla situazione nei loro comuni. Alla riunione, in videoconferenza, hanno preso parte, il presidente dell'Anci Umbria, Michele Toniaccini, il coordinatore piccoli Comuni umbri, Federico Gori, mentre per Poste italiane Giovanni Zunino, responsabile macro area centro nord, Paolo Pinzani, responsabile relazioni istituzionali area centro nord, Serena Di Santo, responsabile gestione operativa area centro nord). Le criticità maggiori, emerse soprattutto dall'inizio dell'emergenza pandemica, come ha rimarcato Mancini - è detto in una nota di Palazzo Cesaroni -, derivano dai «disagi arrecati dalla riduzione dell'orario di operatività degli sportelli. Problemi continuano a manifestarsi nelle piccole frazioni, dove la riduzione dell'orario di apertura degli uffici costringe gli utenti, spesso anziani, a lunghe ed estenuanti code all'aperto con il rischio di creare assembramenti. Ma anche causa dell'assenza di sportelli automatici Postamat Atm». Sostanzialmente è emerso che allo stato attuale e fino al termine della terza ondata pandemica e, come è stato evidenziato, prima di una adeguata copertura vaccinale dei dipendenti, soprattutto per chi lavora agli sportelli, non sarebbe previsto alcun piano di potenziamento del servizio, garantendo comunque il mantenimento puntuale della situazione attuale. Il presidente regionale di Anci, Toniaccini ha definito «essenziale» il servizio di Poste e proprio per questo ha rimarcato l'importanza della salvaguardia della salute degli utenti, chiamati molto spesso a lunghe file fuori dagli uffici che comportano, in alcuni casi, problemi soprattutto per la popolazione anziana. «Una situazione - ha detto Toniaccini - che richiederebbe una forte sensibilità da parte dell'azienda». Ma oltre a questo, il presidente di Anci ha stigmatizzato le eccessive chiusure settimanali di molti uffici. «Scelte - ha detto - mai condivise con le istituzioni locali. Come Anci nazionale abbiamo chiesto a Poste italiane di costruire un tavolo di confronto ritenendo il problema di emergenza nazionale e non soltanto di singoli comuni. L'auspicio è che l'Azienda possa ampliare gli orari di apertura ed investire sul personale. Oggi i problemi non sono più emergenziali, ma strutturali». Sulla stessa linea Gori che ha rimarcato come sui 92 comuni dell'Umbria, 65 sono piccole realtà e per alcune comunità, quello di Poste, rappresenta l'unico servizio in loco. «La riduzione di orari di apertura - ha ribadito -, soprattutto in questo periodo di emergenza sanitaria, ha creato molteplici difficoltà, tra cui le lunghe file, soprattutto di anziani prima di poter entrare. Oltre a chiedere maggiori aperture, chiediamo una maggiore partecipazione dei territori nelle scelte aziendali». Zunino ha tra l'altro assicurato che sin dall'inizio dell'emergenza sanitaria l'Azienda si è subito organizzata per non lasciare alcun comune italiano privo del servizio, seppure per alcuni giorni a settimana, rilevando tuttavia che, ad oggi, in Umbria, seppure con un'offerta maggiore di servizi, si è verificato un calo di clienti del 32 per cento. Nel sottolineare la volontà di continuare ad essere un punto di riferimento per i cittadini e di considerare gli utenti/clienti come vero e unico patrimonio, ha annunciato che, quando ci sarà la possibilità di farlo, verranno programmate, soprattutto per i piccoli comuni, attività che riguarderanno la consulenza finanziaria e la cultura digitale, servizi ovviamente gratuiti, ma di rilevante importanza, per tutti coloro che vorranno usufruirne. Dopo l'intervento di Pinzani che ha dettagliatamente illustrato l'attività svolta da Poste Italiane sin dal primo giorno dell'emergenza pandemica e le iniziative messe in campo in favore dell'utenza ed in particolar modo per gli anziani, è stata Di Santo a fare una precisa panoramica degli uffici operanti sul territorio regionale. E nel sottolineare come ad oggi non ci sarebbero piani di potenziamento in vista perché in fase di osservazione della curva epidemiologica, ha osservato come in Umbria soltanto l'11 per cento degli uffici (29 su 262) non sono ancora tornati agli orari pre covid (media nazionale 17 per cento) e che comunque non ci sono uffici completamente chiusi. Rispetto al tema degli sportelli automatici 'Atm', sui 262 uffici ne dispongono 147 (109 su Perugia, 38 su 
Terni). Sono 21 i comuni che ne sono privi (10 su Perugia e 11 su 
Terni). Da parte dei Sindaci sono giunte a Poste Italiane 10 istanze di cui 2 recepite nel piano 2021. Sono molte le richieste inserite nel piano 2020 che hanno invece subito uno stop per la pandemia. Nel sottolineare che in alcuni territori viene garantita un'offerta superiore a quella pre covid, rispetto alle file che si creano di fronte ad alcuni uffici è stato specificato che ciò è da collegare al recepimento delle indicazioni ministeriali. La modalità di accesso varia dalla tipologia dell'ufficio e quindi dall'ampiezza della sala interna. Dove è stato possibile sono stati creati degli stalli interni ed in Umbria sono presenti in 114 uffici postali. In 68 uffici postali è attivo il sistema di gestione attese ed attraverso apposita app è possibile prenotare il proprio accesso senza fare file. La Commissione, pur impegnandosi a monitorare attentamente il quadro, ha preso atto di una situazione cristallizzata e nell'invitare l'Azienda a intervenire comunque con urgenza in alcune gravi criticità che interessano alcune parti del territorio regionale, predisporrà un documento per chiedere alla Giunta regionale di portare con forza le problematiche emerse sul tavolo della Conferenza Stato-Regioni.

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