Amianto e terremoto, paura e stanze inagibili al tribunale civile di Perugia. Cosa succede in piazza Matteotti

Il tribunale civile di Perugia
di Egle Priolo
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Venerdì 14 Aprile 2023, 10:08 - Ultimo aggiornamento: 10:20

PERUGIA - Tracce di amianto nell'ala destra del primo piano, con la paura che aula udienze, stanze dei giudici e la zona degli ascensori nel seminterrato siano rischiosi per chi ci lavora. E poi due stanze inagibili dopo il terremoto del 9 marzo, con criticità accertate dai vigili del fuoco e che determineranno traslochi a incastro, tra il Tetris e il Risiko, per lunghi mesi. Cosa sta succedendo al tribunale civile di piazza Matteotti? A denunciare questo stato, tra rischi e disagi, sono state ieri Fp Cisl e Cisl Umbria, ma secondo quanto appreso dal Messaggero la questione va avanti da mesi e si protrarrà decisamente a lungo. Tra lavori e continue interlocuzioni anche con il ministero della giustizia, subito informato dalla presidenza del tribunale dei problemi in uno dei palazzi più importanti dell'acropoli.

Tutto è iniziato dopo l'estate del 2022 quando la proprietà del palazzo di piazza Matteotti, una società immobiliare laziale evidentemente attenta e accorta, ha previsto delle verifiche sullo stato della struttura. Accertamenti autorizzati e svolti senza problemi né clamori. All'inizio di quest'anno è pervenuta la richiesta di nuovi sopralluoghi e ulteriori indagini che avrebbero riscontrato la presenza di amianto «nell’ala destra del primo piano e nel seminterrato (adiacente agli ascensori)», come ieri ha denunciato la Cisl. Immediata la decisione di interdire quella zona del tribunale, ovviamente per evitare rischi alla salute di dipendenti, magistrati e cittadini. Immediata anche la condivisione con il ministero, oltre che con le associazioni di lavoratori e magistrati. Mentre proprio la Fp Cisl Umbria spiega di aver «inviato una richiesta urgente per una riunione con le organizzazioni sindacali per esaminare la situazione di disagio che si è venuta a creare», funzionari del ministero hanno partecipato anche a un incontro da remoto con l'impresa impegnata nei lavori. Tutti pronti a trovare una soluzione condivisa per la salute e la sicurezza. «Dalle comunicazioni che ci giungono dal tribunale, che si sta comunque attivando con il Ministero per trovare una soluzione alternativa per permettere che i lavori possano proseguire in continuità – hanno affermato ieri Peppino Cirillo per la Fp Cisl Umbria insieme al segretario generale Cisl Umbria Angelo Manzotti -, la situazione è preoccupante. L’amministrazione inoltre ha interpellato come la legge prevede l’Asl perché si esprima per il parere sulla situazione che si è venuta a creare».
Ma non solo.

Perché oltre all'amianto l'ultima rogna è arrivata nelle more di verifiche e controlli insieme alle scosse del terremoto del mese scorso «cui è conseguita l’inagibilità di due stanze sempre nel tribunale civile – hanno ribadito Cirillo e Manzotti -. Per questo sarebbero stati previsti lavori provvisionali, ma non ancora avviati, che presumibilmente dureranno per parecchi mesi». È chiaro infatti come le stanze interdette andranno svuotate per consentire i lavori, magari le cancellerie spostate e gli uffici sistemati via via che proseguono gli interventi.

In una gestione logistica del tribunale civile «inaccettabile e insostenibile», secondo la Cisl. Che chiede a via Arenula «un intervento urgente per trovare una locazione diversa e alternativa all’attuale sede».
Scelte e soluzioni che dovranno arrivare presto, mentre il sistema giustizia è in attesa della cittadella giudiziaria che deve sorgere nell'area dell'ex carcere di piazza Partigiani, con l'ok al progetto arrivato dopo anni di dibattiti (e lavori comunque ancora di là da venire). Ma se il tribunale penale di via XIV Settembre ha visto anche l'ombra del radon oltre al peso dell'acqua delle infiltrazioni, senza contare il costo per le casse comunali delle strutture non di proprietà pubblica, l'ipotesi cittadella trova un buon auspicio nella realtà di Spoleto. Che dopo la riforma delle circoscrizioni ha guadagnato nuovi spazi: la cittadella giudiziaria che raccoglie tutti gli uffici in tre diversi palazzi del centro storico ha preso forma. Nella sede centrale di corso Mazzini è rimasto solo il tribunale, mentre la procura ha ora sede a palazzo Martorelli Orsini e il giudice di pace nell'ex scuola di musica. L’unica opera che resta incompiuta, ferma da più di dieci anni, è l’aula destinata ai detenuti all’interno del tribunale.

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