Amelia, Teatro Sociale. Respinto il ricorso presentato dalla Società Teatrale, i beni mobili vanno con la proprietà dell'edificio

Amelia, Teatro Sociale. Respinto il ricorso presentato dalla Società Teatrale, i beni mobili vanno con la proprietà dell'edificio
di Francesca Tomassini
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Martedì 15 Giugno 2021, 11:57

AMELIA Teatro Sociale ancora in tribunale. Bocciato il ricorso presentato dalla Società Teatrale con la richiesta di sospendere l'assegnazione del bene insieme a tutto ciò in esso contenuto. Dopo una vicenda giudiziaria travagliata che negli ultimi anni l'ha visto andare all'asta per ben otto volte, essere venduto alla nona all'imprenditore ternano Antonio Tacconi e infine passare nelle mani del Ministero della Cultura grazie all'esercizio del diritto di prelazione, il piccolo gioiello amerino torna alla sbarra. Questa volta, il nodo del contendere sono i beni mobili, inclusi alcune scenografie e l'archivio storico, rivendicati come propri dalla Società Teatrale ex proprietaria dell'immobile. Secondo il suo presidente, Riccardo Romagnoli, dentro le mura del Teatro ci sarebbero arredi, suppellettili, strumenti e ornamenti collezionati nel corso degli anni dall'associazione, che dovrebbero essere scorporati dall'assegnazione del bene. «La Società teatrale -ha spiegato lui stesso- ha gestito il teatro di Amelia per ben duecentotrenta anni. Nel tempo sono stati effettuati tanti lavori, così come sono stati acquistati altrettanti oggetti. Più o meno di valore. E' stata allestita una sala bar, degli uffici, c'è un pianoforte a coda Steinway, preziosissimo. Purtroppo il tribunale ha rigettato la nostra richiesta ma noi non ci diamo per vinti. Proprio stasera (ieri ndr) ci riuniremo con gli avvocati per pianificare i prossimi passi». Una vicenda tutt'altro che conclusa dunque, seguita molto da vicino anche da realtà locali che negli ultimi mesi si sono spese affinchè il Ministero esercitasse il proprio diritto di prelazione sul bene. «Avevamo saputo del ricorso- ha dichiarato la presidente dell'Associazione Amici del Teatro Amelia Mara Quadraccia- e abbiamo seguito la vicenda il più da vicino possibile anche attraverso la consulenza di un legale». Già all'indomani della comunicazione della decisione del Ministero di esercitare il diritto di prelazione sul bene, il presidente della Società Teatrale Riccardo Romagnoli, attraverso un comunicato, aveva lasciato intendere che la Società Teatrale stava valutando la possibilità di un'azione legale basata sulla norma che, in casi estremi, ovvero quando la somma ricavabile dalla vendita all’asta non è tale da soddisfare né il creditore, nella fattispecie la BNL, né il debitore, il giudice dell’esecuzione può intervenire, ordinando la cessazione della vendita per eccesso di ribasso. «Si pensi - aveva specificato Romagnoli- che il prezzo base del teatro alla prima asta fu fissato in 8.300.000 euro e quello della nona in circa 200.000 euro (aggiudicato poi a Tacconi per 414.000 euro ndr). Il provvedimento ministeriale - aveva precisato -  è stato appena emesso e c’è tutto il tempo per una valutazione serena sul da farsi». In attesa di eventuali passi ulteriori,

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