Amelia, Maria Chiara stroncata da overdose a 18 anni: Il fidanzato Francesco Gnucci sarà processato con l'abbreviato

Amelia, Maria Chiara stroncata da overdose a 18 anni: Il fidanzato Francesco Gnucci sarà processato con l'abbreviato
di Nicoletta Gigli
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Mercoledì 15 Marzo 2023, 00:25

AMELIA - Francesco Gnucci, 24 anni, di Amelia, va a processo per omicidio preterintenzionale e sceglie l’abbreviato.

E’ accusato di aver iniettato l’eroina nel braccio della fidanzata, Maria Chiara Previtali, amerina, che quel giorno festeggiava il suo 18esimo compleanno.

Il buco, il primo e l’ultimo per lei, a Tor Bella Monaca, diverse ore prima il decesso della ragazza. Scivolata dal sonno alla morte nel letto dell’appartamento di via delle Rimembranze che condivideva col fidanzato.

L’udienza preliminare ieri mattina in un’aula del tribunale di Roma, dove il gup, Maria Gaspari, ha deciso che Francesco, tossicodipendente incensurato, deve andare a processo l’11 luglio.

Lui ha preferito non essere presente all’udienza.

C’è il suo legale, l’avvocata Francesca Carcascio, che chiede che il suo assistito possa essere giudicato col rito abbreviato.

Per l’omicidio preterintenzionale, ipotesi d’accusa che Francesca Carcascio tenterà di smontare anche alla luce dell’esito dell’esame autoptico, il 24enne amerino rischia una condanna da 10 a 18 anni di carcere.

L’abbreviato gli garantirebbe un significativo sconto di pena.

In aula anche il legale che tutela la famiglia di Maria Chiara. L’avvocato, Manlio Morcella, per conto dei genitori della 18enne, si è costituito parte civile chiedendo un risarcimento.  Nelle carte messe insieme dagli investigatori dell’arma coordinati dalla procura ternana, più di 3mila pagine, l’esito dell’autopsia secondo cui Maria Chiara se n’è andata per un’insufficienza cardiocircolatoria acuta dopo aver assunto un mix di sostanze. Per il team di periti, la neodiciottenne è scivolata dal sonno alla morte, nel giro di pochi minuti, tra le due di notte e le otto di mattina del 10 ottobre 2020. Quando il fidanzato, vedendo che Maria Chiara non si svegliava, avrebbe provato a rianimarla purtroppo senza esito per poi chiamare l’ambulanza del 118.

“Si ritiene molto probabile che l’insufficienza cardiocircolatoria acuta - scrive il medico legale, Massimo Lancia - sia stata determinata dall’assunzione di numerose sostanze ad azione tossica quali eroina, cocaina, alcol e thc. L’eroina era in fase di eliminazione, quindi l’assunzione era datata molte ore prima della morte. La successiva assunzione di alcol etilico e cocaina in quantità non elevate, insieme al sonno e alla pregressa assunzione di eroina - si legge ancora nella relazione di Lancia - ha interagito e portato a questa morte molto rapida, realizzatasi nel sonno nel giro di pochi minuti, per insufficienza cardiocircolatoria acuta”.

Anche la perizia tossicologica della dottoressa Paola Melai mette in evidenza come la neodiciottenne avesse nel corpo tante sostanze: alcuni metaboliti della cocaina, cannabinoidi e una modesta quantità di eroina in fase di eliminazione, legata all’assunzione riconducibile a svariate ore prima del decesso.

Quell’eroina che Francesco confessò agli investigatori dell’arma di averle iniettato come regalo di compleanno la mattina precedente a Roma.

Una dose comprata da uno spacciatore che, nonostante la caccia spietata portata avanti per mesi e mesi dagli investigatori dell’arma tra i pusher di Tor Bella Monaca, non ha ancora un nome.

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