Amelia, Maria Chiara morì di overdose a 18 anni: in aula a Roma il fidanzato che le iniettò l'eroina

La famiglia della vittima si costituirà parte civile

Amelia, Maria Chiara morì di overdose a 18 anni: in aula a Roma il fidanzato che le iniettò l'eroina
di Nicoletta Gigli
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Martedì 14 Marzo 2023, 00:35

AMELIA - Maria Chiara Previtali se n’è andata a 18 anni. Dopo aver festeggiato il compleanno col primo buco di eroina a Tor Bella Monaca e con l’assunzione, nelle ore successive, di altri stupefacenti e alcol.

Oggi per il fidanzato della vittima, Francesco Gnucci, 24 anni, di Amelia, unico indagato per la morte della 18enne, c’è l’udienza preliminare di fronte al gup del tribunale di Roma, Maria Gaspari.

La tragedia il 10 ottobre 2020, quando Maria Chiara scivolò dal sonno alla morte nell’appartamento di Amelia che condivideva col fidanzato.

Per lui si chiede il processo per omicidio preterintenzionale “perché, dopo aver accompagnato Maria Chiara, a lui legata sentimentalmente e maggiorenne da poche ore, a Tor Bella Monaca, ove la coppia giungeva nel pomeriggio del 9 ottobre per acquistare sostanza stupefacente da assumere congiuntamente, iniettando una dose di quantità imprecisata nel braccio della ragazza, mediante agopuntura, modalità mai sperimentata da Maria Chiara, e quindi con atto diretto a lederne l’integrità fisica e comunque favorendo la medesima nell’assunzione della sostanza, ne cagionava la morte sopravvenuta per effetto dell’assunzione della sostanza iniettata e dell’assunzione, nelle ore successive, di ulteriore sostanza stupefacente del tipo cocaina in quantità non precisata ma non elevata, di alcol (in parte in sua presenza) plurimi fattori che, interagendo, cagionavano la morte nel sonno della ragazza per arresto cardiocircolatorio”.

In sede di udienza preliminare è probabile che Francesca Carcascio, legale di Gnucci, tossicodipendente incensurato che rischia una condanna da 10 a 18 anni di carcere, chieda il rito abbreviato.

In aula ci sarà l’avvocato, Manlio Morcella, legale della famiglia di Maria Chiara, che si costituirà parte civile.

Dopo la tragedia i militari, coordinati dal pm, Camilla Coraggio, andarono a caccia di chi, a Tor Bella Monaca, cedette la dose di eroina alla coppia amerina. La spietata caccia al pusher però non ha dato esito ed è per questo che a processo andrà solo Francesco.

Dopo la morte della fidanzata raccontò agli investigatori dell’eroina comprata a Roma e del buco insieme, il primo e l’ultimo per la giovanissima amerina.

Che nelle ore successive incontrò le amiche e che brindò a casa del fidanzato prima di andare a letto senza più svegliarsi.

Nelle carte messe l’esito dell’autopsia, che parla di decesso causato da un’insufficienza cardiocircolatoria acuta dopo aver assunto un mix di sostanze: “Si ritiene molto probabile che - scrive il medico legale, Massimo Lancia - sia stata determinata dall’assunzione di numerose sostanze ad azione tossica quali eroina, cocaina, alcol e thc. L’eroina era in fase di eliminazione, quindi l’assunzione era datata molte ore prima della morte. La successiva assunzione di alcol e cocaina in quantità non elevate, insieme al sonno e alla pregressa assunzione di eroina, ha interagito e portato a questa morte molto rapida, realizzatasi nel sonno nel giro di pochi minuti, per insufficienza cardiocircolatoria acuta”.

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