Amelia, giallo di Barbara Corvi: Indagini sul materiale biologico trovato nel suv del marito
Lo Giudice assolto dall'accusa di maltrattamenti sul figlio della compagna

Amelia, giallo di Barbara Corvi: Indagini sul materiale biologico trovato nel suv del marito Lo Giudice assolto dall'accusa di maltrattamenti sul figlio della compagna
di Nicoletta Gigli
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Mercoledì 19 Ottobre 2022, 09:04 - Ultimo aggiornamento: 13:51

AMELIA - La traccia di materiale biologico prelevata dai carabinieri del ris sul vecchio suv di Roberto Lo Giudice viene sottoposta ad accurati accertamenti da parte degli investigatori. Che vanno a caccia di prove del passaggio sull’auto della moglie di Roberto, Barbara Corvi, la mamma amerina scomparsa da Montecampano 13 anni fa e mai ritrovata.

A disporre le nuove indagini su Roberto lo Giudice, sposando la richiesta di opposizione all’archiviazione dei legali della famiglia Corvi, Gulio Vasaturo e Enza Rando, il gip Barbara Di Giovannantonio. Che a luglio ha concesso il termine di sei mesi per svolgere i nuovi accertamenti necessari, per l’accusa, a far luce sulla scomparsa di Barbara. Gli investigatori che hanno ricevuto dal procuratore, Alberto Liguori, la delega per le nuove indagini, hanno sottoposto il suv agli accertamenti col luminol e sentito i sette testimoni ritenuti fondamentali per chiarire un mistero lungo 13 anni.

«E’ l’unica traccia biologica trovata - dice Giorgio Colangeli, legale di Lo Giudice. Al momento non si sa se sia sangue o una sostanza diversa ne di chi sia. Dodici anni fa l’accertamento era stato fatto con le stesse tecniche di oggi. E’ molto probabile che sia una traccia recente ma aspettiamo l’esito dell’esame».

Le indagini vanno avanti mentre per Roberto Lo Giudice arriva l’assoluzione dall’accusa di aver maltrattato il figlio dell’attuale compagna. Ad accusarlo, quattro anni fa, il  figlio della compagna, che la donna ha avuto con uno dei pentiti che un anno e mezzo fa fecero finire in cella Roberto per omicidio e occultamento del cadavere di Barbara.

A puntare il dito contro Lo Giudice, ancora sotto indagine per la scomparsa della moglie, fu il ragazzo, che ha vissuto con lui e la madre a Montecampano per sette anni e mezzo.

Nel luglio scorso il ragazzo aveva ritrattato le accuse nei confronti di Roberto, giustificando il suo comportamento col fatto che, quando decise di denunciarlo, era sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.

Durante il processo, chiuso con una sentenza d’assoluzione perché “il fatto non sussiste”, è emersa l’assenza di violenze nei confronti del ragazzo. Che di recente è tornato a vivere per diversi mesi a casa di Roberto.

«Siamo soddisfatti della sentenza perché il processo era delicatissimo - dice l’avvocato, Giorgio Colangeli che con Enrico De Luca ha difeso il marito di Barbara Corvi. Lo Giudice non era un qualunque patrigno, ma un uomo ancora indagato per un fatto di cronaca importantissimo legato alla scomparsa della moglie e si porta dietro un’immagine molto negativa».

Per il legale, che attende le motivazioni della sentenza, «è stato riconosciuto il carattere non violento delle vicende raccontate dal ragazzo, che al più rappresentano rimproveri ruvidi solo verbali, episodici e non abituali».

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