Amelia, "fermati" dalla pandemia, cinque artisti si ritrovano sotto il segno del liscio. Nasce la Piccola Orchestra del Rio Grande.

Amelia, "fermati" dalla pandemia, cinque artisti si ritrovano sotto il segno del liscio. Nasce la Piccola Orchestra del Rio Grande.
di Francesca Tomassini
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Sabato 8 Maggio 2021, 16:23 - Ultimo aggiornamento: 10 Maggio, 09:23

AMELIA "Vai col liscio". Metti cinque artisti tutti amerini, metti una passione per la musica che ti brucia dentro e ti fa divertire come un bambino, metti una pandemia che ti costringe ad annullare tutte gli impegni e le date per oltre un anno ed ecco la Piccola orchestra del Rio Grande. Una band che viene da lontano, quando, circa quarant'anni fa, gli stessi membri allora ragazzini, muovevano i loro primi passi nella musica a ritmo di folk e che oggi, arrangiati alla loro maniera, ripropongono pezzi che di quel mondo hanno fatto la storia. Brani registrati dentro il Teatro Sociale, un luogo lontano da quelle piste da ballo per cui sono nati che però diventa spazio ideale in questa nuova compagine sociale. "Ticocumba", uscirà per primo, seguito da "Romagna mia", un omaggio, manco a dirlo, al re del liscio Raoul Casadei, a cui seguiranno "Ciliegi rosa" e la "Cumparsita". Pezzi reinterpretati e arrangiati alla luce del ventunesimo secolo che viaggeranno sui social e digital store. I nomi che compongono la band sono di quelli che non hanno bisogno di presentazioni. Valter Sacripanti, che ha suonato con Nek e Ivan Graziani, Valter Vincenti che fino allo scoppio della pandemia era impegnato in un tour mondiale con Alborosie, Sandro Raffe Rosati che ha collaborato con Gatto Pancieri e Arisa, Riccardo Ciaramellari con Simone Cristicchi, solo per citarne alcuni. Una sorta di rendez vous professionale e, soprattutto, sentimentale, dove arte e amicizia parlano la stessa lingua. Quella delle origini, di quando a circa quindici anni, nel 1978, se prendevi in mano una batteria o una chitarra non ci vedevi niente di strano a suonare il liscio. «Abbiamo scelto il nome in omaggio alla nostra prima serata, proprio al Rio Grande -racconta Giorgio Paoluzzi, fisarmonicista della band- era il 1978. Iniziavamo allora a muovere i primi passi nella musica, tanto che non avevamo neanche un nome.

Ma qualcosa in scaletta si doveva mettere e quella sera, gli organizzatori ci battezzarono "I Sarchiaponi"». A dispetto della connotazione del termine però, ognuno di quei ragazzini aveva ben chiara la propria strada. «Personalmente- precisa Valter Vincenti- sapevo che qualsiasi lavoro avessi fatto nella vita, sarebbe stato con una chitarra a tracolla». Solo la pandemia ha potuto mettere uno stop a carriere intense, vite spesso frenetiche. «E' stato uno shock -raccontano in coro- ma anche un momento rigenerante, utile per riflettere e mettere a fuoco ognuno la propria situazione. Una delle cose positive è stato riuscire a mettere in pratica quello che vagheggiavamo da anni e che a causa dei rispettivi impegni non siamo mai più riusciti a concretizzare, ovvero tornare a suonare insieme». Una sorta di ritorno alle origini, al primo amore, quel folk italiano quasi dimenticato che ha fatto ballare e innamorare intere generazioni. Walzer, tango, polka, mazurca, salterello popolare gli ingredienti che la Piccola Orchestra, insieme al fonico, il sesto membro del gruppo Alex Buraga, rimescola e restituisce al pubblico in una veste tutta da ascoltare e, soprattutto, da ballare. «Per il momento -precisano- usciremo sulle piattaforme social. Gratuitamente. All'inizio - raccontano- in pieno lockdown ci era venuto in mente di fare delle serate su zoom. Ognuno avrebbe potuto accedere e avere il proprio concerto dentro casa, magari per ballare dopo una cena in famiglia. Poi però ci siamo fermati a causa di una serie di adempimenti burocratici necessari a cui, non essendo al momento costituiti in nessuna forma, ancora non possiamo far fronte. Ad oggi, a causa delle norme anti Covid-19 non abbiamo date fissate. Ma l'idea che frulla in testa a tutti è di fare un concerto estivo proprio sulle rive del Rio Grande, da dove tutto ha avuto inizio».

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