Amelia, donne e resilienza. Valda Coco, trentasei anni dietro al bancone

Amelia, donne e resilienza. Valda Coco, trentasei anni dietro al bancone
di Francesca Tomassini
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 8 Marzo 2023, 09:15
AMELIA Trentasei anni e non sentirli. Tanti ne sono trascorsi da quando Valda Coco ha deciso di abbandonare la scrivania per lavorare dietro al bancone. Da allora, indomita, guida il Porcelli tavern, "locale non alla moda ma sempre alla moda", come lo definisce lei stessa, dove non si va mai solo per bere e mangiare. Dove le questioni sociali, del territorio o le riflessioni sui massimi sistemi arrivano sempre nel piatto insieme a una pizza fumante o una birra fresca. «Perchè nel mio piccolo - spiega - faccio un lavoro politico, dove politica è intesa come attenzione verso gli altri. Cerco sempre di mettere me stessa in quello che faccio, perchè mi rappresenti. Da sempre, ho voluto che il locale diventasse un punto di riferimento per i giovani, dove potessero esprimersi liberamente. Non importa se vado controcorrente o se non seguo il business. Oggi il mio dolore è che dopo il buio della pandemia è come se fosse scomparsa, in senso lato, la generazione dei ragazzi fra i 18 e i 25 anni». Un desiderio esaudito quello di Valda perchè generazioni di amerini e non solo, almeno una volta si sono seduti sotto gli affreschi di Bruno Lazzari, il compagno prematuramente scomparso. La storia del Porcelli inizia nell'87 quando un gruppo di quattro amici, «tutti maschi - precisa Valda-», decide di aprire un'enoteca. «Io mi sono aggregata - racconta - poi dopo un anno è finita che loro hanno lasciato e sono rimasta solo io». Da allora, mai, nemmeno per un giorno ha pensato di tornare indietro «perchè per me - spiega - lavorare è amore. Se una cosa non la amo non riesco a farla e io questo lavoro lo amo. Certo ci sono stati dei momenti difficili. Essere una donna, sola, alla guida di un locale non è stata una passeggiata. A volte mi è sembrato quasi che essere una donna mi facesse beneficiare di una sorta di rispetto che forse a un uomo non sarebbe stato riconosciuto, ma poi penso che mi sono beccata in pieno gli anni Novanta, quelli dell'eroina, quando ti trovavi a dover gestire situazioni tremende. Certo, mi sono anche divertita, perchè qui dentro, grazie alle persone e agli artisti che si sono esibiti, ho conosciuto il mondo». Oggi, vicinissima al traguardo dei settanta (il suo compleanno è fra due giorni ndr), a un bilancio sugli anni trascorsi, preferisce guardare avanti pensando al futuro e nella giornata dedicata alle donne lancia un appello. « «Non dobbiamo - precisa - cadere nella trappola di voler essere come i maschi, soprattutto nel lavoro. Non mi sono mai sentita femminista ma dobbiamo, come donne, riappropriarci di quello che realmente meritiamo. Oggi più che mai -dice riferendosi alla guerra- dobbiamo (le donne ndr) far sentire forti le nostre voci per sconfiggere tutte le guerre ed essere vere portatrici di pace. Una donna secondo me ce la potrebbe davvero fare»
© RIPRODUZIONE RISERVATA