Caso Corvi, il marito rinviato a giudizio
per maltrattamenti al figliastro
Al papà di Barbara uccisi sette animali

Caso Corvi, il marito rinviato a giudizio per maltrattamenti al figliastro Al papà di Barbara uccisi sette animali
di Corso Viola di Campalto
3 Minuti di Lettura
Martedì 6 Aprile 2021, 09:33 - Ultimo aggiornamento: 11:40

TERNI Sotto la lente della procura di Terni è finita la figura di Roberto Lo Giudice, accusato di aver ucciso la moglie Barbara Corvi il 27 ottobre del 2009, giorno della sua scomparsa dall’abitazione di Montecampano di Amelia. Emergerebbe dalle indagini portate avanti dei carabinieri un carattere violento, molto lontano da quello descritto dagli amici di caccia e dai vicini. Determinante la denuncia fatta ai carabinieri di Amelia dal figliastro Giulio arrivato ad Amelia nel 2010 insieme alla mamma, Caterina Parisi, nuova compagna di Roberto Lo Giudice e sorella della moglie del fratello Maurizio, anche lui indagato per omicidio volontario. Denuncia e indagini che hanno portato al rinvio a giudizio del figlio del boss della ‘ndrangheta, ucciso nel 1989 ad Aprila da sicari mandati da una famiglia rivale. In caserma Giulio ha raccontato di minacce e violenze andate avanti nel tempo. A Roberto quel ragazzo non è mai piaciuto e non lo ha nascosto. Ma a testimoniare sul carattere violento di Roberto Lo Giudice c’è anche il padre di Giulio, Federico Greve, ex marito di Caterina Parisi , arrivato ad Amelia in soccorso del figlio che lo aveva reso partecipe dei maltrattamenti subiti. Con un faccia a faccia che ha poi portato ad una lite verbale, con Roberto che gli avrebbe gridato : ”Se tuo figlio non segue le mie regole lo murerò come ho murato mia moglie”.. Lo Giudice si lamentava del comportamento del figliastro definendolo “maleducato, buono a nulla e tossicodipendente”. 
Ad Amelia c’è stato un altro episodio inquietante che ha coinvolto la famiglia di Barbara Corvi acceduto la notte di Capodanno tra il 31 dicembre ed il primo gennaio del 2019. Qualcuno si è recato in un terreno di proprietà della famiglia di Corvi dove erano ospitati degli animali, un cane, alcune pecore e della galline. Tutti uccisi senza un motivo da chi probabilmente voleva lasciare un segnale a Roberto Corvi che presentò una denuncia senza però che questa portò nessun indagato. Ma nell’ordinanza emerge anche un altro particolare, quello di una vacanza in Sicilia l’estate del 2009, pochi mesi dalla scomparsa di Barbara. Una vacanza a Taormina passata dai fratelli Maurizio e Roberto con le rispettive consorti, Giorni passati in allegria. Lo stesso fratello che il 21 settembre, avrebbe installato a distanza sul pcdi Barbara il software “mailpv” per scoprire le password di accesso alle caselle di posta elettronica e una settimana dopo avrebbe inserito un altro programma per a svelare le chiavi di accesso ai siti internet e ai social network, grazie alla quali per l’accusa Roberto invierà falsi messaggi di Barbara ad alcune persone vicine a lei. Due giorni dopo la scomparsa di Barbara, Maurizio è arrivato all’alba per andarsene intorno alle 22 dall’abitazione di Roberto. Per la procura avrebbe aiutato il fratello a far sparire il cadavere della moglie.

© RIPRODUZIONE RISERVATA