Alviano, la nuova giovinezza delle case di creta sono ecosostenibili e salubri

Alviano, la nuova giovinezza delle case di creta sono ecosostenibili e salubri
di Francesca Tomassini
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Lunedì 27 Settembre 2021, 14:18

AMELIA Case di paglia che passione. Salubri, ecosostenibili, compostabili, le abitazioni contadine disseminate sul territorio del comune di Alviano vivono una seconda giovinezza che sa di futuro e di rivincita. Costruzioni semplici, un impasto di terra cruda e paglia montato a mano e lasciato essiccare al sole, nate come rifugio e ristoro dalla calura e dal gelo per gli agricoltori che cento anni fa lavoravano queste campagne e che adesso diventano un esempio da seguire nel nome della sostenibilità. Ora che i tempi, in cui abitare nella casa di paglia era un marchio a fuoco sulla propria condizione di indigenza, sono ormai lontani, si stanno sviluppando un interesse e una progettualità tutti nuovi nel segno della bio-architettura e dell'ecologia. A cominciare dagli eventi che la stessa amministrazione comunale, insieme alla cooperativa Lympha, ha incentrato proprio su queste antiche costruzioni. Come Dalla creta alla pietra... Contadini e cavalieri un trekking per tutti alla scoperta di un territorio ricco di natura e storia, che oggi alle 15 partirà dal castello di Alviano e arriverà fino alle case di creta e ritorno. «Come Comune- ha spiegato il sindaco Giovanni Ciardo- ci stiamo impegnando in un'operazione di recupero delle strutture perchè non vada perduto quel patrimonio culturale legato a doppio filo alle nostre radici contadine. Parallelamente sono allo studio diversi progetti per sviluppare iniziative di promozione turistica intorno a queste risorse così peculiari». Nate in una zona di calanchi, le costruzioni in terra cruda sfruttavano a pieno le risorse del territorio. L'argilla, la paglia dei campi e le cannucce del lago d'Alviano un mix di materiali a km zero che oggi rappresentano un esempio da manuale di quell'edilizia ecosostenibile a costo zero che le nuove frontiere dell'architettura ricercano e perseguono. Case organiche, una seconda pelle, quella intrinseca del territorio a cui appartengono, completamente sostenibili in qualsiasi fase della loro vita e dotate di ogni comfort. Calde d'inverno, fresche d'estate, secondo quel sistema di condizionamento naturale dovuto alla capacita di traspirazione dei materiali. Edifici semplici, perlopiù a un piano, alcune anche con il camino, dove i contadini che iniziavano a lavorare nei campi all'alba, cercavano rifugio nelle ore più calde della giornata. Muri di paglia, quella che resta dallo scarto della lavorazione dei cereali, e di argilla, appunto, per impermeabilizzare e stabilizzare. A chiudere, tegole e cannucce per il tetto e travi di legno per lo scheletro. «Durante la seconda guerra mondiale- chiude Ciardo- tante famiglie ci hanno anche abitato stabilmente. Per questo alcune strutture erano più rifinite, con abbozzi di pavimento in pietra e finestre o arredi. Poi, negli anni Sessanta c'è stata la corsa in paese, le case di creta sono state abbandonate, per fortuna qualcuna è sopravvissuta».
 

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