L'allarme di Cna: «Le infrastrutture umbre fuori dai piani del Governo»

L'allarme di Cna: «Le infrastrutture umbre fuori dai piani del Governo»
di Fabio Nucci
3 Minuti di Lettura
Giovedì 9 Luglio 2020, 08:30 - Ultimo aggiornamento: 09:11
PERUGIA Le infrastrutture come leva per sostenere l’economia regionale. Per Cna Umbria, il “la” per spingere sull’acceleratore degli investimenti strategici, arriva dal decreto Semplificazioni. «Ripartiamo dalle opere prioritarie per la nostra regione per raggiungere obiettivi condivisi, al di là delle appartenenze politiche», sostiene Massimiliano Sciattella, presidente regionale Cna Edilizia.
Con l’ombra della recessione dietro l’angolo, il crollo del Pil (-20%) e l’avanzata della povertà sono rischi imminenti, Cna Umbria insiste per cogliere l’occasione offerta dalle nuove misure governative. «È il momento propizio per tornare a parlare di opere infrastrutturali – osserva Sciattella - viste le novità introdotte dal decreto Semplificazioni che, tra l’altro, individua un possibile elenco di opere pubbliche prioritarie a livello nazionale. Da mesi il ministro Paola De Micheli parla di risorse importanti già disponibili per sostenere lo sblocco delle infrastrutture». Le opere strategiche prioritarie individuate per l’Umbria restano l’ultimazione della Terni Rieti, della E78 e della Orte-Civitavecchia, la Tre Valli e il nodo di Perugia. «A queste si potrebbe aggiungere il passaggio dell’alta velocità, col raddoppio del collegamento lungo l’asse Roma-Firenze. Di nessuna di queste opere c’è traccia nell’elenco delle 36 opere pubbliche individuate dal decreto - per le quali sono previsti procedure straordinarie e commissario sulla falsariga del “modello Genova” - e solo una delle sei compare tra le 130 opere prioritarie indicate nello stesso atto». Per questo Cna chiama in causa anche la Regione, chiamata a fare pressione affinché le “sei infrastrutture” siano inserite tra le priorità italiane con procedure semplificate e straordinarie per una rapida cantierizzazione. «Trattandosi di investimenti rilevanti dal punto di vista finanziario – aggiunge Sciattella - pensiamo che l’obiettivo possa essere raggiunto solo in presenza di una forte condivisione degli obiettivi tra tutte le forze politiche».
Tra le opere chiave, resta il Nodo di Perugia che a 20 anni dalla sua comparsa (legge obiettivo del 2000) è rimasto lettera pressoché morta. «Abbiamo apprezzato gli annunci della Regione circa il via libera al cosiddetto “nodino” – rileva Pasquale Trottolini, responsabile regionale Cna Costruzioni – ma tale opera è solo una parte del più complesso progetto del nodo la cui realizzazione è imprescindibile per superare il congestionamento del capoluogo. Se fosse realizzato per intero, consentirebbe di rilanciare anche l’area industriale Sant’Andrea delle Fratte che ancora oggi sconta forti carenze infrastrutturali e di servizi». Da Chi l’ha visto il tema ferrovie umbre. «Non c’è traccia delle opere che ci servono», aggiunge Trottolini per il quale la positiva esperienza del Frecciarossa indica come l’alta velocità sia una necessità anche per l’Umbria. Regione mortificata anche dai ritardi sulla ricostruzione. «Siamo amareggiati dalla mancata inclusione nel decreto Rilancio di una serie di misure ed emendamenti, ma chiediamo un cambio di passo: occorre però fare quadrato a livello a regionale, anche per rivedere un modello organizzativo che ha dimostrato di avere grossi limiti». Altra questione aperta, manutenzione del territorio e rigenerazione urbana: «Se coniugati all’eco e al sisma bonus varati a livello nazionale, possono produrre effetti moltiplicatori», conclude Sciattella per il quale da infrastrutture e semplificazione amministrativa dipendono le possibilità di rilancio della regione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA