A dieci anni Alfiere della Repubblica: Alexander prende per mano Sasha, l'amichetto ucraino

Città di Castello, il bimbo ha la mamma russa e ha accolto in classe il piccolo profugo: "Non parlavamo mai della guerra, noi siamo bambini"

Alexander Bani con il papà e la mamma
di Walter Rondoni
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Domenica 5 Febbraio 2023, 09:20

CITTÀ DI CASTELLO Dieci anni appena, è il più giovane Alfiere della Repubblica nominato dal presidente Sergio Mattarella. Con il suo essere «semplicemente bambino» Alexander Bani ha preso per mano Sasha che dopo un lunghissimo viaggio in pullman si è ritrovato a migliaia di chilometri da casa, a Città di Castello. In una realtà sconosciuta, alle prese con una lingua non semplice, in una scuola diversa da quella lasciata in Ucraina. Ma per Alexander, madre russa, Elena originaria di Tula, a sud di Mosca, e padre Ulisse, tipografo tifernate, era “solo” un amichetto da aiutare. E chi se ne importa se il padre di Sasha era riservista nell’esercito ucraino. E se lo zio di Alexander era partito come sergente per un’esercitazione prima dell’offensiva russa.
«Con Sasha-racconta Alexander all’Ansa- non parlavamo mai della guerra, noi siamo bambini. Cosa penso della guerra? Che deve finire, che non deve esserci più in nessun posto del mondo».
A marzo scorso, sui banchi della quarta B della Primaria “La Tina”, è nata un’amicizia profonda, vera. Neppure un’ombra per le follie dei grandi. Sasha era scappato dai bombardamenti russi. Insieme a mamma Maria ed al fratellino Max, di due anni, aveva trovato ospitalità in una famiglia del posto. Ma era spaventato e spaesato. Per fortuna il primo giorno di scuola in Italia trovò ad accoglierlo, insieme ad altri bambini, Alexander che si improvvisò mediatore culturale per favorire l’inserimento del nuovo compagno di banco. Parlando in russo è stato facile condividere gli interessi (cartoni animati, musica, breakdance) e diventare inseparabili. Nessuna rivalità, se non durante le partitelle di calcio nel giardino della scuola.
«L’accoglienza così spontanea di Alexander ha permesso a Sasha di ritrovare in breve tempo quel senso di normalità che le difficoltà ed i traumi conseguenti alla fuga dal suo Paese avevano compromesso», spiega la motivazione del Quirinale. «Una bellissima notizia che abbiamo accolto con grande trepidazione», ammette Simone Casucci, dirigente de “La Tina”. «Questa onorificenza nasce in realtà da un gesto semplice e spontaneo, frutto di un’educazione familiare e scolastica normale, la bellezza della normalità credo sia il valore più rilevante di tutto questo», sottolinea. «È ancora vivo il ricordo di quella bella giornata allo stadio “Bernicchi”: oltre duecento bambini delle scuole cittadine mano nella mano formarono la parola pace e si strinsero in un abbraccio ad Alexander e Sasha, ai loro compagni, agli insegnanti ed alle famiglie», commenta il sindaco Luca Secondi.

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