Affari coi fallimenti, i giudici: «L'avvocato Bertoldi disposto a tutto per i soldi»

L'ingresso del tribunale di Spoleto
di Egle Priolo
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Venerdì 14 Febbraio 2020, 17:33
PERUGIA - Resta ai domiciliari Mauro Bertoldi, l'avvocato infedele che si faceva affidare incarichi di delegato alle vendite nell'ambito di esecuzioni immobiliari da un giudice del tribunale di Spoleto legato sentimentalmente alla sua socia di studio, con cui – secondo le accuse – poi divideva i compensi. Lo ha deciso il tribunale del riesame di Firenze che in 25 pagine ha bocciato la puntuale e dettagliata difesa del professionista, assistito dall'avvocato Luca Maori. Non è bastato, infatti, puntare il dito sull'inutilizzabilità delle intercettazioni o sostenere che «dagli atti non emergeva alcun tipo di pressione del giudice»: il Riesame ha rigettato la richiesta di annullamento dell'ordinanza o di sostituzione della misura degli arresti domiciliari con un'altra meno afflittiva. Secondo i giudici fiorentini (competenti per il coinvolgimento di un magistrato del distretto di Perugia) sussistono invece «gravi indizi di colpevolezza» per le accuse mosse dal procuratore aggiunto di Firenze Luca Tescaroli, che ha indagato Bertoldi e la collega Nicoletta Pompei per corruzione e traffico di influenze illecite. Indagati, quindi, per quegli aiutini che lo studio dei due civilisti avrebbe ottenuto dal fidanzato della Pompei, il giudice Tommaso Sdogati, che per questa inchiesta è attualmente sospeso dalle sue funzioni.

E mentre su Bertoldi pende anche un fascicolo pesante – vergato dalla procura di Perugia, con i pm Gemma Miliani e Valentina Manuali - per sfruttamento della prostituzione, falso ideologico, peculato, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, per cui sono finite nei guai anche una giovane romena e una impiegata civile dell'ufficio immigrazione della questura di Perugia, anche la sua posizione a Firenze non sembra quindi alleggerirsi. I giudici del Riesame riportano infatti alcuni stralci delle intercettazioni tra Bertoldi e Pompei in cui il civilista spiega di voler svolgere «un altro lavoro», il delegato alle vendite appunto, e «le comunica che le verserà la metà dei compensi (“... alla fine è sempre a metà eh, non è che... quello è l'accordo». Un accordo che prescinde anche dal rapporto lavorativo dei due: «“... fino alla morte – è ciò che hanno ascoltato gli investigatori -, anche se non vieni più in ufficio... anche se non vieni più, quando me pagano è a metà”». Nella storia viene coinvolto anche un altro giudice della sezione fallimentare del tribunale di Spoleto, Simone Salcerini, accusato di abuso di ufficio per i presunti aiuti all'avvocato originario di Todi. Salcerini si è già difeso davanti alla procura di Firenze, ma il suo rapporto di «amicizia» con il giudice Sdogati lo ha fatto finire nei guai. Per quell'intercettazione in cui riferisce alla compagna una conversazione con Salcerini: «Gli ho detto “Guarda ti devo dire una cosa, guarda c'ho l'avvocato amico mio , che si è iscritto nell'elenco dei delegati alle vendite” gli ho detto “da poco a Perugia, è bravo, lavora con la fidanzata mia, è giovane, è in gamba”. Tommaso Sdogati aggiunge che Simone Salcerini gli aveva risposto in maniera positiva (“mi ha detto: ah! Sì, sì, sì quello dai mò vedo, dai no non ti preoccupare... mò vedo”).

Secondo i giudici, in sintesi, «Tommaso Sdogati ha agito al fine di far ottenere alla compagna Nicoletta Pompei la metà dei proventi conseguenti agli incarichi di vendita che avrebbe ricevuto Mauro Bertoldi». Tutte accuse da dimostrare e che i due fidanzati, assistiti dall'avvocato Guido Rondoni, avranno modo di smontare. Ma intanto Bertoldi resta agli arresti perché «sussiste il pericolo grave, concreto ed attuale che l'indagato, se non cautelato, possa commettere altri reati (…) altri delitti contro la pubblica amministrazione, quali quelli di corruzione, di abuso di ufficio e di traffico di influenze illecite. (…) Bertoldi sembra pronto a commettere qualsiasi tipo di illecito pur di ricavare del denaro». Ma la sua difesa è già pronta a dare battaglia.
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