E mentre su Bertoldi pende anche un fascicolo pesante – vergato dalla procura di Perugia, con i pm Gemma Miliani e Valentina Manuali - per sfruttamento della prostituzione, falso ideologico, peculato, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, per cui sono finite nei guai anche una giovane romena e una impiegata civile dell'ufficio immigrazione della questura di Perugia, anche la sua posizione a Firenze non sembra quindi alleggerirsi. I giudici del Riesame riportano infatti alcuni stralci delle intercettazioni tra Bertoldi e Pompei in cui il civilista spiega di voler svolgere «un altro lavoro», il delegato alle vendite appunto, e «le comunica che le verserà la metà dei compensi (“... alla fine è sempre a metà eh, non è che... quello è l'accordo». Un accordo che prescinde anche dal rapporto lavorativo dei due: «“... fino alla morte – è ciò che hanno ascoltato gli investigatori -, anche se non vieni più in ufficio... anche se non vieni più, quando me pagano è a metà”». Nella storia viene coinvolto anche un altro giudice della sezione fallimentare del tribunale di Spoleto, Simone Salcerini, accusato di abuso di ufficio per i presunti aiuti all'avvocato originario di Todi. Salcerini si è già difeso davanti alla procura di Firenze, ma il suo rapporto di «amicizia» con il giudice Sdogati lo ha fatto finire nei guai. Per quell'intercettazione in cui riferisce alla compagna una conversazione con Salcerini: «Gli ho detto “Guarda ti devo dire una cosa, guarda c'ho l'avvocato amico mio , che si è iscritto nell'elenco dei delegati alle vendite” gli ho detto “da poco a Perugia, è bravo, lavora con la fidanzata mia, è giovane, è in gamba”. Tommaso Sdogati aggiunge che Simone Salcerini gli aveva risposto in maniera positiva (“mi ha detto: ah! Sì, sì, sì quello dai mò vedo, dai no non ti preoccupare... mò vedo”).
Secondo i giudici, in sintesi, «Tommaso Sdogati ha agito al fine di far ottenere alla compagna Nicoletta Pompei la metà dei proventi conseguenti agli incarichi di vendita che avrebbe ricevuto Mauro Bertoldi». Tutte accuse da dimostrare e che i due fidanzati, assistiti dall'avvocato Guido Rondoni, avranno modo di smontare. Ma intanto Bertoldi resta agli arresti perché «sussiste il pericolo grave, concreto ed attuale che l'indagato, se non cautelato, possa commettere altri reati (…) altri delitti contro la pubblica amministrazione, quali quelli di corruzione, di abuso di ufficio e di traffico di influenze illecite. (…) Bertoldi sembra pronto a commettere qualsiasi tipo di illecito pur di ricavare del denaro». Ma la sua difesa è già pronta a dare battaglia.
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