Aeroporto dell'Umbria, il piano della Regione. Sviluppumbria paga e spunta il sogno di Heathrow

L'aeroporto San Francesco
di Egle Priolo
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Martedì 22 Giugno 2021, 09:15

PERUGIA - Nessun colpo di scena. L'assemblea dei soci dell'aeroporto internazionale dell'Umbria è volata via in un'ora e poco più, senza turbolenze. La Regione ha preso sotto la sua ala il San Francesco, considerato strategico per il rilancio di economia e turismo, il nuovo piano industriale di Sase e del suo presidente Stefano Orazio Panato convince e Sviluppumbria ha fatto un bonifico di 1,6 milioni di euro per ripianare le perdite, azzerare il capitale e diventare al momento l'unico proprietario dello scalo.

La battuta è che fino al 30 settembre la presidente Michela Sciurpa potrebbe usare la pista per piantare geranei e nani da giardino, perché entro quella data i soci hanno la possibilità di esercitare il diritto di opzione e rientrare fino al massimo delle loro quote. E se ieri tutti i soci (tranne Unicredit) erano presenti, i Comuni di Perugia, Assisi e pure Bastia hanno subito confermato il loro sì, per un totale del 9 per cento delle 44mila azioni. Mentre la Camera di commercio – che prima deteneva la quota maggiore, un buon 40 per cento – ha sforbiciato la sua partecipazione al 10. In pratica un “ci scommetto, ma punto meno”, rispetto all'uscita definitiva di Ance e Confindustria. Che, poi, definitiva si fa per dire. Perché i soci hanno votato all'unanimità sia il bilancio 2020, che il piano di risanamento e rilancio che la ricapitalizzazione. Ma al momento di aprire il portafogli c'è chi ha ribadito il no anticipato mesi fa. Una posizione particolare ma in fondo di fiducia nel progetto e comunque di rispetto, dicono i ben informati: nessuno crede alla cattiveria che il presidente degli industriali Antonio Alunni non abbia messo mani nelle tasche perché ternano, ma magari in vista delle prossime elezioni ha preferito, in una sorta di semestre bianco, lasciare le mani libere al suo successore.
In ogni caso, l'assemblea è andata come doveva andare, anche se non sono mancate le novità. Il presidente Panato ha ribadito la bontà del piano industriale dagli step marziali: un flusso di 250mila passeggeri l’anno (nel 2021 fin qui sono stati 35mila), cioè il ritorno al massimo mai conseguito nella storia del San Francesco. E poi l’aumento dei transiti, con nuove rotte per Spagna e Nord Europa (oltre alle 12 tratte già previste), per arrivare al target del piano: 500mila passeggeri in un anno grazie al volo per Monaco, un collegamento con un hub internazionale che possa portare tutto il mondo in Umbria già dal 2022. Panato guarda sempre a Monaco, ma strizza l'occhio a Londra - Heathrow, soprattutto dopo le avances arrivate da British Airways. Con un sogno da realizzare: far coesistere i due hub, trattando sui prezzi e strappando la possibilità di diventare davvero internazionali, puntando soprattutto sull'incoming.
Parola poi alla presidente Donatella Tesei: la Regione non è socia diretta, ma detenendo il 100 per cento di Sviluppumbria chiaramente ha molto da dire su un aeroporto che, al momento – considerando anche i 60 milioni di investimenti fatti fin adesso -, è totalmente pubblico. E che comunque dal primo ottobre (a meno di sorprese da via Palermo) resterà con oltre l'80 per cento in mano. Tesei ha ricordato «la strategicità della struttura aeroportuale per le ricadute economiche che ha su attività turistiche e sul territorio dell’Umbria», come riporta la stringata nota di Sase, ma fuor di comunicato ha sottolineato l'impegno che la Regione sta mettendo su infrastrutture e trasporti, con l'acceleratore nel breve periodo rappresentato da Frecciarossa e, appunto, aerei. E poi nuovi partner, accesso a fondi statali e capacità gestionali sono il resto degli ingredienti per un rilancio in cui pare si creda davvero.
«Daremo il nostro contributo per individuare un partner di settore che porti competenze e risorse e anche per ragionare di una successiva eventuale quotazione in Borsa – ha commentato Adriana Galgano, presidente di Blu -.

Sarebbe bello che tutti gli umbri e non solo potessero sostenere il proprio aeroporto». Non saranno magari i nuovi «compagni di viaggio» di cui ha parlato Tesei, ma l'importante, oggi, è non restare a terra.

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