Addio Robertone, oste del Tacitus

Addio Robertone, oste del Tacitus
di Riccardo Marcelli
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Domenica 6 Novembre 2022, 09:19

TERNI C'è chi lo conosceva come l'oste del Tacitus. Chi ne ricorda le gesta nell'atletica leggera come lanciatore del disco. C'è chi come genitore ha cresciuto i figli con le ciriole preparate proprio alla ternana. E' deceduto Roberto Incardona, titolare insieme alla madre e al fratello del ristorante Tacitus di piazza Tacito. Un luogo crocevia di imprenditori politici, liberi professionisti e famiglie. Tutti accomunati dal mangiar bene con le tipicità ternane riproposte nei piatti e soprattutto dalla voglia di essere accolti da Robertone, come lo chiamavano tutti, con la consueta genuinità. Un malore lo ha portato via a 57 anni. I clienti abituali ne ricorderanno l'intelligenza e la sagacia. Aveva una battuta attuale sempre per tutti perché amava tenersi informato ed essere informato dai frequentatori. Accoglieva i più arrivando col suo carrello che spesso diventava una sorte di bastone mobile dove appoggiarsi e intrattenere appunto gli avventori con l'interpretazione del menù: dalle ciriole alla ternana con fave pancetta e pecorino agli gnocchi del castrato del giovedì, senza dimenticare il bollito con l'invitante salsa verde.

Guai ad arrivare tardi e pretendere di scegliere. A quel punto le portate le decideva lui. In gioventù era stato anche un discreto atleta nella specialità del lancio del disco che lo aveva visto gareggiare anche con il gruppo sportivo dell'Arma dei Carabinieri. Nel 1987 venne convocato anche nella nazionale under 23 di atletica leggera. Erano gli anni dove al campo scuola si allenavano, tra gli altri, gente del calibro di Lucio Serrani e Tonino Viali. Una bella scuola che gli permise di viaggiare, prima appunto di investire il proprio tempo e le proprie abilità nella ristorazione insieme al resto della famiglia. In quell'anno raggiunse la misura di 58 metri e 6 centimetri. Terni perde un altro punto di riferimento dei personaggi sanguigni, che amavano la città e che la vivevano con l'ironia e con il desiderio che pure la cucina potesse contribuire se non a migliorare la qualità della vita ternana, a renderla sicuramente meno amara. E indigesta

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