Acque minerali, la fretta nell’approvazione della modifica di legge
sulle concessioni preoccuopa sindacati e lavoratori

Acque minerali, la fretta nell’approvazione della modifica di legge sulle concessioni preoccuopa sindacati e lavoratori
di Aurora Provantini
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Mercoledì 3 Marzo 2021, 13:35 - Ultimo aggiornamento: 16:43

Le rappresentanze sindacali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil  non capiscono il motivo di andare all’approvazione di una legge sulle concessioni delle acque minerali, che riguarda il futuro di tante famiglie di lavoratici e lavoratori del territorio, con  tanta  fretta. E’ in discussione in questi giorni, infatti, la modifica alla legge vigente, la 22 del 2008, che disciplina la concessione dei pozzi per l’emungimento dell’acqua a fini dell’ imbottigliamento. Le modifiche muovono da un parere dell’Autorità garante della concorrenza, il quale sottolinea che la norma in vigore non è conforme alle più recenti direttive europee. Le rappresentanze sindacali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil si sono attivate per sensibilizzare la seconda commissione regionale a proporre modifiche al testo di legge in fase di redazione, prima della sua approvazione. «Nelle occasioni di discussione  - scrivono in una nota le rappresentanze sindacali - abbiamo avuto modo di presentare un documento politico ed alcuni emendamenti. Nonostante i nostri appelli, il disegno di legge andrà in approvazione in consiglio regionale quasi invariato rispetto ai temi a noi cari, come quello della salvaguardia occupazionale in continuità, il 23 marzo 2021. Ad oggi le modifiche ed i chiarimenti richiesti, sono caduti nel vuoto». «I nostri dubbi riguardavano - sottolineano -  principalmente i meccanismi di assegnazione previsti dal disegno di legge che ci sono parsi, dopo un’attenta lettura, lacunosi e incompleti.  Specificatamente l’iter riguardante il subentro di un nuovo concessionario, non puntualizza i profili riguardanti gli immobili adibiti all’esercizio dell’impresa, i marchi umbri e soprattutto i rapporti di lavoro in essere al momento dell’assegnazione. Inoltre si segnalano i possibili contenziosi derivanti dai mancati chiarimenti riguardanti i passaggi di proprietà. Tramite il documento abbiamo fatto presente che il disegno di legge in taluni aspetti mette a rischio l’occupazione in quanto non vi è traccia di previsioni che esplicitamente si riferiscono al destino dei lavoratori in eventuale passaggio. Benché tramite criteri di trasparenza si potrebbe assicurare una più corretta assegnazione del bene pubblico, scoraggiando chi non ha intenzione di investire seriamente sul territorio, non si tutelano sufficientemente le imprese virtuose che si sono adoperate in favore della crescita e del mantenimento occupazionale con progetti di lungo periodo».Le organizzazioni sindacali ritengono che «il criterio della promozione e della salvaguardia di tutta l’occupazione nel rispetto dei contratti nazionali di riferimento, debba essere considerato un aspetto primario nella stesura di eventuali requisiti di assegnazione, proprio in considerazione del carattere pubblico del bene oggetto della concessione». Per le caratteristiche delle acque umbre i sindacati lanciano l’idea di una certificazione Doc per le acque regionali in grado di valorizzare il made in Umbria. «Facciamo un appello a tutte le forze politiche, affinché vengano prese in considerazione le istanze di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil dell’Umbria e delle lavoratrici e lavoratori che rappresentiamo, in un territorio già in forte difficoltà economica. Non comprendiamo il motivo di tanta fretta -  insistono -  nell’approvare una legge che risulta così controversa e delicata per il futuro di tante famiglie, anche alla luce del panorama regionale nazionale».

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