A Terni la droga si compra nel bosco: Due ventenni in carcere, altri due irreperibili

A Terni la droga si compra nel bosco: Due ventenni in carcere, altri due irreperibili
di Nicoletta Gigli
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Martedì 14 Giugno 2022, 02:45

TERNI - Vendevano la droga solo in mezzo ai boschi.

C’era il centralinista che indirizzava i clienti a seconda della loro posizione: a Giuncano, in Valserra, dove i carabinieri di recente hanno arrestato due spacciatori africani, oppure in località Villa Grotti, nel comune di Cittaducale, nel reatino.

L’incontro avveniva sempre tra la fitta vegetazione, dove il pusher incontrava il cliente di turno per scambiare cocaina o hascisc e incassare cifre che andavano dai 25 ai 50 euro a dose.

Gli investigatori hanno immortalato una lunga serie di cessioni di stupefacenti, collocate tra il 2019 e l’anno scorso.

Indagini fatte di intercettazioni telefoniche, testimonianze di clienti e riconoscimenti fotografici che hanno convinto il gip, Simona Tordelli, a firmare le ordinanze di custodia cautelare che hanno portato in cella a Sabbione due ventenni marocchini, uno dei quali è nato in Umbria. Irreperibili altri due stranieri destinatari della misura cautelare mentre un quinto è indagato a piede libero.

L’operazione “Bigfoot” della polizia è scattata all’alba di venerdì, quando i due sono stati prelevati dalle proprie abitazioni, a Narni e Montecastrilli, e portati in carcere.

Contestualmente sono scattate le perquisizioni a carico degli indagati e delle altre persone sospettate di avere un ruolo nel gruppo.

Durante il blitz i poliziotti hanno bloccato un altro 21enne nord africano, clandestino, che non è legato ai due finiti in cella. Sorpreso nei boschi di Polino, per sottrarsi agli investigatori ha colpito un agente con una roncola ed è stato arrestato per violenza a pubblico ufficiale.

Il via all’indagine nel marzo 2021, quando una donna ungherese di 40 anni denunciò di essere stata scaraventata fuori dall’auto a Giuncano da due uomini con cui aveva appena acquistato 200 euro di cocaina.

Nelle carte messe insieme dal pm, Elena Neri, i collegamenti tra le piazze di spaccio di Terni e Rieti, dove i pusher si spostavano in base alle necessità. E il ruolo di altri indagati che invece spacciavano hascisc nelle zone della movida anche a minorenni.

Ieri i due ventenni in cella hanno affrontato l’interrogatorio di garanzia, assistiti dagli avvocati, Valentino Viali e Michele Favetta. Hanno risposto alle domande del giudice e avrebbero fornito la loro versione dei fatti, dichiarandosi estranei agli episodi contestati nelle carte d’accusa.

Ad incastrarli, oltre alle intercettazioni telefoniche, i riconoscimenti fotografici fatti da alcuni clienti.

“Le schede telefoniche intestate a me non le ho mai usate, le utilizzano altre persone” ha detto uno dei due ventenni in cella, che lavora con un’azienda locale e non ha precedenti specifici. Il suo legale ha chiesto la revoca della misura e ora l’ultima parola spetta al giudice Simona Tordelli.

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