A Perugia la cittadella giudiziaria è sempre più vicina: un'oasi nel deserto per il sistema giustizia

Uno scorcio dell'ex carcere di piazza Partigiani
di Egle Priolo
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Martedì 7 Dicembre 2021, 09:00 - Ultimo aggiornamento: 11:19

PERUGIA - La cittadella giudiziaria di Perugia è sempre più vicina. Dopo le promesse dell'allora ministro della Giustizia Alfonso Bonafede a gennaio 2020, rafforzate dall'attuale Guardasigilli Marta Cartabia lo scorso marzo, con il pressing del sindaco Andrea Romizi sostenuto sulla fascia dalle associazioni forensi, il progetto da 70 milioni di euro (benedetto dai fondi del Pnrr) nell'area dell'ex carcere di piazza Partigiani promette di vedere la luce.

Un progetto di cui si parla da anni, un'oasi nel deserto per un sistema giustizia assetato di organizzazione e razionalizzazione, che ieri ha visto un'importante accelerazione con l'incontro avuto dalla presidente della Regione, Donatella Tesei, insieme al sindaco Romizi, nella sede romana del Demanio con il direttore dell'Agenzia, Alessandra del Verme, e quello della Direzione regionale Toscana e Umbria, Michele Lombardi. Un incontro definito «estremamente proficuo» in cui i responsabili del Demanio – come riferisce una nota ufficiale di palazzo Donini - si sono infatti impegnati a condividere, prima delle festività natalizie, il programma «aggiornato e puntuale» in merito alla realizzazione della cittadella giudiziaria. Realizzazione per la quale, inoltre, saranno utilizzate procedure accelerate previste dalla legge per le grandi opere e applicabili anche per questo tipo di interventi. «Le istituzioni umbre – insiste la nota -, al termine dell'incontro da loro richiesto, hanno espresso soddisfazione per quanto emerso». «Dopo la copertura finanziaria - hanno quindi affermato Tesei e Romizi - di cui avevamo già ottenuto conferma a seguito delle precedenti interlocuzioni avute con il Ministero della Giustizia, si è fatto un ulteriore fondamentale passo in avanti verso la realizzazione di un'opera attesa e di grande interesse per la nostra comunità cittadina e regionale».
Un'opera che promette di razionalizzare un sistema adesso frammentato e dispersivo, tra uffici e aule spesso al limite della vivibilità, come sottolineato dall'Ordine degli avvocati o dalla Camera penale. Un'opera che, non per caso, è entrata tra le priorità sottolineate dal procuratore generale Sergio Sottani il giorno in cui ha preso possesso della sua scrivania a palazzo del Capitano del popolo, sede anche della Corte d'appello.
Sui tempi di realizzazione ovviamente non ci si sbilancia, ma ogni scadenza aiuterà a digerire gli anni passati ad accarezzare il progetto, il cui iter è partito concretamente nel 2017.

Ma dopo vari incontri e confronti, un primo importante punto era stato messo solo a maggio 2018, quando è stato firmato il protocollo per la costruzione entro cinque anni. Ma i cambi di governo, tecnici compresi, hanno rallentato il percorso, nonostante i tavoli a cui si sono seduti tutti i soggetti interessati per gli approfondimenti tecnici sulla struttura, per individuare le soluzioni economiche e i percorsi amministrativi propedeutici allo studio di fattibilità e progettazione. Adesso ci sono i fondi del Pnrr: la resilienza, il sistema giustizia a Perugia, l'ha già dimostrata. Per la ripresa adesso si conta sulla cittadella.

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