A luglio tornerà la musica live di Uj:
annunciati i protagonisti dell'Arena,
ma niente live gratuiti in centro

A luglio tornerà la musica live di Uj: annunciati i protagonisti dell'Arena, ma niente live gratuiti in centro
di Michele Bellucci
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Giovedì 8 Aprile 2021, 12:48 - Ultimo aggiornamento: 15:58

PERUGIA - L’edizione 2021 di Umbria Jazz si terrà dal 9 al 18 luglio e si ripromette di portare una ventata di normalità e ottimismo dopo tanti durissimi mesi. Ieri l’annuncio dei principali nomi già confermati, nel giorno del compleanno della leggendaria Billie Holiday, con molti dei concerti saltati lo scorso anno che verranno recuperati e alcune gustose new entry. «Per il momento ci stiamo concentrando sugli eventi all’Arena - spiegano dallo staff di Uj - e la speranza è che ci saranno le condizioni per utilizzare quello spazio in totale sicurezza, probabilmente con capienza ridotta. Molto su quel che si potrà fare crediamo verrà rivelato dal Ministro Franceschini la prossima settimana alla presentazione del Festival dei Due Mondi. Noi ci mettiamo artisti, date e tutto ma poi dovremo aspettare i decreti». In effetti se il numero uno del MiBACT offrirà un qualche tipo di garanzia in merito al festival spoletino in termini di fattibilità degli eventi, sarà verosimile pensare che a luglio si tornerà a vivere di grandi concerti anche a Perugia, seppur con le dovute precauzioni. L’unica cosa che appare già chiara è l’impossibilità di proporre i consueti concerti gratuiti in centro storico: niente live in Piazza IV Novembre o ai Giardini Carducci, questo caratterizzerà Uj21 salvo improbabili colpi di scena. Anche sull’utilizzo dei teatri cittadini non ci sono certezze: «Se le capienze lo consentiranno potremo organizzare eventi anche al Morlacchi - spiegano gli organizzatori - perché anche con 200 o 300 posti riusciremmo a proporre cose adatte. Il vero problema è che i DCPM regolano anche gli esterni, non solo ciò che accade dentro le location, quindi capire come gestire parcheggi, ingressi e tutto il resto non è possibile finché non ci saranno informazioni più chiare. Peccato che i nomi degli artisti vanno scelti adesso, quindi la certezza serve ora».

Tra gli artisti annunciati ieri il quartetto del batterista classe 1940 Billy Hart con Ethan Iverson, Enrico Rava che si esibirà in duo con il pianista statunitense Fred Hersch, l’atteso omaggio a David Bowie di Paolo Fresu, il Quinteto Astor Piazzolla, il concerto per arpa e armonica che vedrà sul palco Edmar Castaneda e Gregoire Maret, l’immancabile Danilo Rea e un inedito Gino Paoli (che saltò all'ultimo momento l'appuntamento a Jazz in August lo scorso anno) che si esibirà in compagnia dei Funk Off. Molto spazio alle voci femminili, protagoniste di una serie di appuntamenti imperdibili a partire da quello con Cécile McLorin Salvant accompagnata da Sullivan Fortner al piano e il ritorno in Italia della cantante e modella francese Imany con il suo “Voodoo Cello”. Spazio anche alle sonorità di Cuba, con la giovane star Cimafunk oltre all’accoppiata Gonzalo Rubalcaba ed Aymeé Nuviola. Erano poi già stati annunciati Jamie Cullum (12 luglio), Tom Jones (13 luglio) e il trio di Brad Mehldau con Larry Grenadier al contrabbasso e Jeff Ballard alla batteria, a dividere il palco con il quartetto di Branford Marsalis. Ad aprire sarà invece il trombettista di New Orleans Wynton Marsalis accompagnato dalla prestigiosa Jazz at Lincoln Center Orchestra, mentre il primo sabato vedrà protagonista il piano di Stefano Bollani.

«I grossi festival sono tutti sulla stessa barca - ammettono da Uj - quindi agiamo con prudenza.

Gli artisti dopo un anno e mezzo di stop hanno voglia di muoversi, quindi scalpitano e sono consapevoli che potrebbero sorgere problemi. C'è da considerare che gruppi "snelli", come la formazione di Mehldau per esempio, sono più facilmente gestibili perché i musicisti si muovono autonomamente e nel caso di problemi sarebbe anche possibile trovare sostituti, ma per quelli che hanno produzioni molto grandi, basta però che uno dello staff si ammali e tutto si blocca. C'è da dire che negli Stati Uniti anche molte persone di 40 o 30 anni sono state già vaccinate e molti locali che propongono concerti sono aperti. Noi al momento lavoriamo con il massimo dell’ottimismo, anche perché ritornare a fare Uj può davvero agevolare la ripresa di un settore così duramente colpito e il risveglio del turismo in Umbria». Da questo punto di vista ancora nessun confronto ufficiale con Regione e Comune, che verranno consultati dal board di Umbria Jazz appena sarà più chiara la prospettiva in termini di regole. Per fortuna intanto il FUS, ovvero i fondi ministeriali cui accedere, ha offerto una base importante a Uj per predisporre il programma già in questo inizio di aprile. 

IL CASO GARDOT

Era stato annunciato ieri anche l’atteso ritorno a Uj di Melody Gardot, cantante statunitense che ha calcato il palco del Santa Giuliana l'ultima volta nel 2019. Nella comunicazione ufficiale del Festival pare però ci fosse un refuso, ovvero la Gardot non sarebbe in cartellone per l'edizione 2021 ed è stata prontamente eliminata dalla lista presente sul sito ufficiale di Umbria Jazz. Una notizia che ha colto di sorpresa e certamente deluso i molti che avevano già assaporato il piacere di ritrovarla in Italia, soprattutto in queste settimane in cui il suo duetto con Sting in Little Something (pubblicato lo scorso autunno, ndr) è in rotazione nelle radio di mezzo mondo, essendo il brano che apre l'album del cantautore inglese Duets uscito da qualche giorno. Chissà che la reazione entusiastica del pubblico non spinga gli organizzatori a valutare un inserimento last minute nel programma.

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